IL CRISTALLO, 1989 XXXI 2 [stampa]

IL SALOTTO MUSICALE A BOLZANO FRA SETTECENTO E INIZI NOVECENTO

di GIULIANO TONINI

La città di Bolzano nel XVIII secolo era sede di rinomate fiere e mercati interessati da un intenso traffico commerciale.

Il ceto dominante era costituito da ricche famiglie borghesi, diverse delle quali non originarie della città, titolari di fiorenti ditte commerciali che, attraverso un'accorta politica matrimoniale e di crediti finanziari accordati alle antiche famiglie nobili di Bolzano, assursero ai privilegi del rango nobiliare. L'asse sociale della borghesia imparentata con la nobiltà determinò il volto urbanistico della città del periodo secondo una duplice tipologia: le sobrie abitazioni della centrale Laubengasse e i palazzi signorili fra cui quelli gravitanti lungo l'asse viario di via della Mostra, quelli in piazza delle Erbe e il Palazzo Mercantile.

Ma i salotti dell'epoca pare non vibrassero di passione musicale almeno stando alle annotazioni di viaggio e alle lettere di Leopold e Wolfgang Amadeus Mozart che nel dicembre del 1769 fecero tappa a Bolzano all'inizio del loro primo viaggio in Italia. Accolti con tutti gli onori nel salotto dell'allora sindaco di Bolzano, Stockhammer e in quello di Anton von Gumer, non ebbero però modo di manifestare il loro talento musicale.

Negli anni successivi le manifestazioni musicali, sia quelle nei salotti che quelle nelle sale pubbliche, ripresero però quota per iniziativa di ricchi mecenati.

Nelle sue Denkwürdigkeiten aus meinem Leben il compositore J. Gänsbacher annota a questo proposito dettagliate testimonianze sulla scorta dei suoi ricordi personali relativi agli anni dal 1789 al 1795:

Herr Joseph von Gumer gab fast täglich Quartetten in seinem Hause, wobey ich nicht allein freien Zutritt hatte, sondern auch öfzers mitspielte. Ein in seinem Hause aufrecht stehendes Forte-Piano mit Pedal aus München befand sich in einem ganz unbenützten Zimmer, worauf ich mich zu üben, unbedingte Erlaubnis erhielt.
Stundenlang phantasierte ich darauf und öfters vergaß ich das Mittagsessen, wozu ich erst geholt werden mußte. Dadurch gewann ich große Fertigkeit im Phantasieren, das mich in der Folge, als ich mit der casa Graf Firmian bekannt wurde, so seher empfahl.
Der reiche Kaufmann Anton von Menz unternahm es seit mehreren Jahren, italienische Opern mit deutschem Text im Merkantilsaal durch das Chorpersonale, wozu auch noch ein paar fremde Individuen, wie z.B. Zach und Goller von Brixen, verschrieben wurden, zur Faschingszeit aufführen zu lassen. Die ganze Zeit wurden nur 2 Opern gegeben, und zwar 4 mahl die Woche gegen Entrè. Im ersten Jahr meiner Anstellung bey Herrn von Mayrl wurde ich beym Gesangpersonale verwendet, in dem ich in der ersten Oper einen Hirten, bey der zweyten den secondo amoroso zu spielen hatte. Das Jahr darauf gab man die Oper L'Inglese stravagante, dabey mir die Rolle des Buffo, als einen hungrigen Poeten. Ich fand mich schon so heimisch auf den Brettern, daß ich mit der größten Natürlichkeit und Freiheit spielte. Dadurch und durch manche extemporirten Spässe setzte ich mich sehr in die Gunst des Publikums. Vermög meiner Rolle im letzten Finale den Heurathscontract als vermeintlicher Bräutigam unterschreiben, nicht bemerkend, daß ich der gefoppte von einem Engländer war, dem eigentlich die Braut schon früher bestimmt wurde und der dann beym Unerschreiben seinem Bedienten zurief: Wischt ihm (nämlich mir, dem vermeintem Bräutigam) den Mund ab!
Diese Scene veranlaßte im Fasching Herrn von Menz, dem Bedienten Kienrus in das Tichl ohne mein Vorwissen zu geben, womit er mir den Mund abwischen sollte. Dies geschah wirklich, worauf das Publikum in ein unbändiges Lachen ausbrach. Nun roch ich erst den Kienrus, wovon mein Gesicht voll war. Mein ganz unvorbereiteter, plötzlicher Einfall, statt trauriges Schicksal, wie es in meinem Singpart stand, schwarzes Schicksal zu singen, steigerte das Lachen des Publikums auf den höchsten Grad. Am Faschingssonntag mußte ich meine Arie wiederholen. Herr von Menz honorirte mich nach Vollendung der Oper mit 60 fl., 1)

La fama di questi spettacoli lirici della fine del Settecento generosamente finanziati dal ricco commerciante Anton Melchior von Menz, oltrepassò la ristretta cerchia di Bolzano tanto che ne troviamo menzione negli Indici de' Teatrali Spettacoli di tutto l'anno stampati a Milano negli ultimi decenni del Settecento e in due puntigliose recensioni, datata l'una 1794 e l'altra 1796, a firma di un corrispondente locale dell'importante «Journal des Luxus und der Moden» edito a Weimar dal 1786.

Ci piace immaginare tutta la borghesia mercantile della città presente a queste rappresentazioni operistiche in quello che potremmo a buon diritto definire il salotto pubblico di Bolzano: la sala superiore del Palazzo Mercantile.

Ma anche il salone privato del Palazzo Menz fu teatro nello stesso periodo di raffinate rappresentazioni operistiche. Ce ne fanno fede i frontespizi di due libretti d'opera conservati nel Museo Civico e nell'archivio Toggenburg:

Die eingebildeten Philosophen/.../Aufgeführt im Saale/ des Titl Hrn
Georg Paul v. Menz,/.../1784
Die unruhige Nacht/.../Aufgeführt im Saale/des Titl Hrn Georg Paul
v. Menz,/...

La decorazione pittorica del salone del Palazzo Menz (circa 1776), il capolavoro del pittore bolzanino Karl Henrici, presenta anche interessanti spunti iconografici di natura musicale: l'orchestra formata da archi e legni nell'affresco sulla parete orientale del salone raffigurante il ballo in maschera e la figura del chitarrista. La studiosa Silvia Spada Pintarelli individua lo spunto iconografico di una serie di quadri di genere «turco» dell'Henrici, acquistati recentemente dal Museo Civico di Bolzano, nella trama del libretto dell'opera lirica Das Serail di J. von Friebert, di cui un esemplare è conservato nel Museo Civico. L'Henrici ne ricavò «alcuni quadri a tema libero, particolarmente adatti - anche per il formato contenuto - a decorare i salotti cittadini». Si noti in particolare il 2° quadro della serie in cui la donna fatta schiava allieta il sultano suonando il clavicembalo: la scena è però ambientata in un severo interno neoclassico. Forse non è avventata l'ipotesi che vede nell'Henrici il pittore delle scenografie delle rappresentazioni operistiche bolzanine tardo-settecentesche, non difettando il nostro di precise cognizioni di prospettiva architettonica acquisite a Praga presso il pittore di teatro bolognese Angelo Garboni.

Il von Menz stipendiava, come si può dedurre da alcune annotazioni di suo pugno, un discreto numero di strumentisti e cantanti che formavano un'orchestra da camera impegnata non solo nelle rappresentazioni operistiche o nelle esecuzioni di musica sacra nel Duomo cittadino, ma anche in occasione di accademie musicali. Il fondo musicale assemblato dal von Menz negli ultimi due decenni del XVIII secolo (oggi giacente nell'archivio Toggenburg) abbondava di musica sinfonica ma anche di musica da camera per le più svariate formazioni: quartetti d'archi, trii, duetti, pianoforte a 2 e a 4 mani, materiale musicale che si presume venisse utilizzato durante gli intrattenimenti musicali che avevano luogo nel suo salotto.

Accademie musicali avevano luogo anche in altre sale della città.

Das Concert [1798] hatte im Saal beym Schlüsselwirth statt; meine Schwester Magdalena war bey der Cassa. Die damals fürs Botzen ganz neue von uns aufgeführte Sinfonie von Joseph Haydn mit dem Paukenschlag betitteln wir: Der schlafende Engländer.
Jungh spielte vortrefflich und ärndtete großen Beifall; allein mein Spiel auf dem Violoncell war der Composition von Wranitzky nicht gewachsen, daher auch der Beifall ziemlich mager; mit meiner Keckheit hielt die Kunstfertigkeit nicht gleichen Schritt.
Die ganze Einnahme (für den Eintritt wurden 20 kr. Cmz. bezahlt) betrug gegen 23 fl., wovon nach Abschlag der Unkosten kaum so viel übrig blieb, die Zeche im Wirthshaus zu bezahlen. Das Orchester spielte gratis. 2)

Si ha notizia anche di una accademia musicale che ebbe luogo probabilmente alla fine del '700 o agli inizi dell'800 nel salone dell'albergo «zum blauen Bock» in piazza della Mostra.

Uno dei 7 requisiti richiesti per essere annoverati nella cerchia dei facoltosi commercianti bolzanini, era la proprietà di una residenza sull'altopiano del Renon per la villeggiatura estiva. Anche il von Menz non si sottrasse a questa regola e la sua dimora sita in località Oberbozen ospitava le manifestazioni musicali da lui promosse nel periodo estivo in occasione di ricorrenze del calendario liturgico o di altra natura e soprattutto musica di intrattenimento e di danza (monferrine, valzer, ländler, marce, contraddanze, balli tedeschi etc,) di cui spesso era lui stesso il committente.

Un probabile salotto musicale a cavallo dei secoli XVIII e XIX era anche quello di Magdalenn von Remich-Weißenfels, nella sua abitazione sita in piazza della Mostra (poi di proprietà di Ignaz v. Giovanelli)

Sie war die Tochter des Herrn J.J.v. Pach-Hansenheim - ci informa Granichstaedten-Czeva nel suo studio Bozner Kaufherren - eines reichen Kaltener Grundbesitzer und Bozener Bürgers. Ihr Haus war der Sammelpunkt der elegansten und geistreichen Bozener und der dorthin kommenden ausländischen Fremden... Sie war viel gereist und eine besondere Freundin und Förderin der Kunst. 3)

Ma il salotto musicale più attivo nella prima metà del XIX secolo fu certamente quello di Annette von Menz, figlia di Anton Melchior e Maria Anna von Gumer. Annette ampliò il già consistente patrimonio musicale ereditato dal padre con numerosa musica manoscritta e a stampa che documenta la vivacità del suo salotto musicale: pubblicazioni per violino e pianoforte, trii, quartetti e quintetti per archi con o senza pianoforte, sinfonie, Lieder con accompagnamento di pianoforte o di chitarra, riduzioni per canto e pianoforte o per pianoforte a 4 mani di musica operistica.

È ancora alle memorie del compositore Gänsbacher che ci affidiamo per descrivere il clima musicale del salotto di Annette von Menz:

Im vorigen Monat Jaenner [1814] fiel der Geburtstag des reichen Fräulein von Menz in Botzen. Schon einige Tage früher fuhr ich dahin, studierte mit ihr meine 4 händigen in Leipzig erschienenen Variazionen ein und arrangirte für den Abend ein Bogenquartett, was bisher in diesem Hause noch nicht der Fall gewesen. Das Fräulein ließ sich sogar selbst in besagten Variazionen vor der Gesellschaft hören. Ich spielte meine Variazionen auf dem Violoncell des Abbè Fendt, einem ächten Stradivari, mit Klavierbegleitung.
Die 4 Tage [1815] meiner Aufenthalts bey Fräulein von Menz ließ ich mir recht gütlich geschehen... Meine Hauswirthin veranstaltet eine große Akademie mit ganzem Orchester in ihrem prächtigen Saale, die sehr gut ausfiel und mir und dem Obristlieutenant de Call der auch dazu geladen wurde, einen herrlichen Genuß verschaffte. 4)

Nel settembre del 1805 venne inaugurato il teatro annesso all'albergo «Kaiserkrone» costruito grazie all'iniziativa di una «società del teatro» che riuniva 47 fra le personalità più in vista della ricca borghesia bolzanina. Nel corso di tutto il XIX secolo oltre all'intensa attività teatrale e operistica, il teatro alla «Kaiserkrone» fu sede anche di manifestazioni concertistiche, dividendo così con la sala del Palazzo Mercantile il ruolo di salotto musicale pubblico della Bolzano ottocentesca.

Nella seconda metà dell'Ottocento i vari salotti musicali delle famiglie patrizie bolzanine accentuarono la loro connotazione privata, di «Hausmusik». Il sorgere di due importanti istituzioni musicali cittadine quali il Musikverein (aprile 1855) che gestiva anche una scuola civica di musica, e la Liedertafel (6. V. 1862) trasformatasi poi in Männergesangsverein (12. V. 1876) incise profondamente nella cultura musicale della Bolzano ottocentesca, aggregando e articolando meglio le potenzialità musicali espresse anche dai salotti di privati cittadini. Alle attività musicali di queste istituzioni erano interessate sul finire del secolo XIX anche altre sale fra cui quella del Gesellenverein, del Museo civico e le Sale Civiche.

Il concerto inaugurale del neocostituito Musikvereinn ebbe luogo nella sala superiore del Palazzo Mercantile giovedì 13 dicembre 1855 «Anfang um 7 Uhr Abends». Si trattava, come riporta la locandina del concerto, di un «grosses Vocal - u. Instrumental Concert» il cui programma si articolava in 3 momenti diversi: l'ouverture all'opera Feensee di Auber, il Lied per soprano di Kalliwoda «In die Ferne» e della grande cantata per coro maschile e orchestra di J. Otto su testo di Gärtner, Im Walde.

Significativo il fatto che l'entrata era «nur der Vareinsmitgliedern und ihren Familien gestattet. Die jenigen, welche dem reine beizutreten wünschen, wollen sich beim Eintritte in den Concert-Saal hierüber erklären». 5) La recensione critica del concerto pubblicata sul «Bozner Wochenblatt» del 7. XII. 1855 colse non pochi limiti artistici nelle esecuzioni del soprano Schmid e del coro maschile e ciò spiega la prudente scelta degli organizzatori di dare al concerto un carattere più privato che pubblico.

Un altro significativo episodio che vide protagonista le personalità musicali più sensibili e colte della città facenti capo al Musikverein e al Mägesangverein, si ebbe in occasione del terzo concerto che il dodicenne enfant prodige Ferruccio Busoni, accompagnato dai suoi genitori, tenne a Bolzano il 7 febbraio 1879 nella sala del Gesellenverein (oggi Kolpinghaus).

Il programma del concerto includeva infatti l'esecuzione del «Forellenquintett» di F. Schubert con la partecipazione di quello che era considerato allora il miglior quartetto d'archi della città: il prof. Giuseppe Anzoletti (violino I), Ignaz Huber (violino II), Heinrich Zipperle (viola) e Franz Schöpf (violoncello).

«L'insieme del quintetto fu eccellente» così il commento del critico musicale.

Als das 20. Jahrhunderte anbrach - annota J. Blum nel suo saggio Bozen als Musikstadt -konnte sich das musikalische Bozen auf folgende Vereinigungen stützen: auf den Musikverein und dessen Musikschule, auf die Eichhorn-Kapelle, ein aus privater Hand finanzierte Orchester und auf die zahlreichen Bozner Musikfreunde.
Immer aber war es das kultivierte Bürgertum, das durch selbsttätiges Musizieren im Familien- und Freundeskreise, und durch öffentliche Veranstaltungen und Konzerte eine rege Musikpflege wachhielt; durch Gastkonzerte namhafter Künstler kam es zu einem fruchtbaren Wechselspiel von aktivem Musizieren und Musikhören, das zu einer gesunden und gedeihlichen Entwicklung führte... Es gab erstaunlich viele Musikliebhaber und das Musizieren in Haus und Familie, im Freundekreise und vor einer breiteren Offentlichkeit nahm einen wichtigen Platz im geselligen Leben der Stadt ein.
Musikverständige von beachtlichem können fanden sich in so manch gepflegtem Bürgerheim oder in den Salons alter Patrizierhäuser ein, es wurde geübt und geprobt und das Erworbene kam dann wohl auch in kleinem oder größerem Kreis zur Aufführung. 6)

Fra le formazioni quartettistiche menzionate dalla Blum primeggiano quelle facenti capo al Musikverein: i quartetti composti rispettivamente da Hugo Perathoner, Willi von Walther, Paul Kofler e Oswald, e da Ernst Deflorian, Heinz Dusini, Anton Tirler e Franz Korbel. Numerosi e attivi i salotti musicali cittadini degli inizi del Novecento fra cui quelli di Willi con Walther, Helene Mayr, Helene Deghischer, Albertine Nagele, Generalin von Stjernwall, Aufschnaiter e Paul Hofer.

A questi si aggiungono anche quelli del dr. Oberrauch a Collalbo e quello di casa Kofler a Maria Assunta (Renon).