IL CRISTALLO, 2009 LI 2-3 [stampa]

1797, DER TIROLER IM FRANZOSEN = KRIEGE:
UN’ANTEPRIMA DELLA GRANDE INSORGENZA HOFERIANA DEL 18091

di GIULIANO TONINI

1. La fortuna dell'opera comica italiana nella Bolzano tardo settecentesca


Nel salone del Palazzo di Georg Paul von Menz di via della Mostra, stupendamente affrescato dal maggior pittore bolzanino settecentesco Carl Henrici2, il 26 dicembre del 1784, festività di Santo Stefano, la data in cui nei teatri di tutta Europa aveva inizio la stagione operistica di carnevale dopo l'interdizione ai pubblici spettacoli nel periodo dell'Avvento, andava in scena un'opera comica italiana del compositore italiano allora più in voga, Giovanni Paisiello, dal titolo I filosofi immaginari in traduzione tedesca col titolo Die eingebildeten Philosophen: sul palco i virtuosi cantanti della cappella della chiesa parrocchiale, ai piedi del palco gli orchestrali della stessa cappella che si erano associati nella Gesellschaft der hiesigen Tonkünstler. L'opera inaugurò la prima di ben 12 ininterrotte stagioni operistiche in cui furono messe in scena 23 opere comiche italiane, le stesse applaudite anche dal pubblico viennese in quegli stessi anni, che furono viste da un totale di ben 43mila spettatori, borghesi, aristocratici, militari di stanza a Bolzano, un vero record per una città che all'epoca non contava neppure 10mila abitanti. L'anima, il promotore, il finanziatore di questa straordinaria operazione culturale fu il ricco mecenate Anton Melchior von Menz (1757-1801), titolare della più prospera ditta commerciale settecentesca di Bolzano. L'opera comica italiana dominò incontrastata i cartelloni delle stagioni di carnevale fino a quella del 1795/1796, ma nel corso della stagione del 1794, benché ancora tutta rigorosamente 'italiana', si manifestò un primo segnale del diverso orientamento estetico assunto dalla Gesellschaft der hiesigen Tonkünstler: l'abbandono del comico 'puro' a favore di pièces in cui i sentimenti dei personaggi non erano più tratteggiati con quella leggerezza psicologica spesso al limite della verosimiglianza tipica dei libretti comici italiani, ma veniva loro attribuito un maggiore peso specifico volto a coinvolgere emotivamente lo spettatore. Il cartellone della successiva stagione di carnevale del 1794/1795 confermò questo nuovo indirizzo estetico con l'allestimento di un dramma giocoso appartenente al filone della comédie larmoyante, Nina, o sia La pazza per amore [Nina, oder Wahnwitz aus Liebe] di Paisiello.

La contrapposizione all'opera comica italiana divenne palese nel corso della successiva stagione di carnevale del 1795/1796 nel cui cartellone figurava, accanto al dramma giocoso Amor rende sagace di Domenico Cimarosa, "eine Oper ganz national": il Singspiel di F. Bihler3, Die falschen Verdachte. 4


2. L'ultima stagione operistica di carnevale, o degli amori contrastati.
Der Tiroler Landsturm: amore e doveri patriottici


Nel 1797 non venne allestita la consueta stagione di carnevale. La minaccia di un'imminente invasione delle truppe francesi indusse la Gesellschaft der hiesigen Tonkünstler a non programmare alcuna rappresentazione anche se probabilmente il cartellone della stagione di carnevale 1797 era già stato delineato.5 La città di Bolzano venne infatti occupata dalle truppe francesi e liberata solo il 4 di aprile grazie ad un'azione congiunta delle truppe austriache e della milizia popolare sudtirolese ai comandi del generale Alexander Freiherr von Laudon.6 Questi eventi ispirarono al letterato locale Anton von Remich (Bolzano, 1 ottobre 1768 - Trento, 30 marzo 1838)7 la trama del libretto di un Singspiel8 incentrato sulla dialettica fra i legami familiari e i doveri patriottici, messo in musica dal Bihler e andato in scena quale prima delle due opere in cartellone della successiva ultima stagione di carnevale del 1798.

La didascalia ci informa che "la vicenda ha luogo in un villaggio nel Tirolo tedesco meridionale", ma il libretto non ci offre ulteriori elementi tali da poter identificare con precisione tale località che va comunque individuata nei dintorni di Bolzano dove il 3 di aprile 1797 si svolse la battaglia decisiva per la liberazione della città dalle truppe francesi al comando del generale Joubert.9

I personaggi del libretto sono sei, tre maschili e tre femminili: "Hanns, un vecchio contadino; Lischen, Käthe, le sue figlie; Jürge, un giovane contadino; Samuel, maestro del coro e della scuola del villaggio; Margreth, la sua domestica." Accanto a questi personaggi individuali agiscono anche i seguenti personaggi collettivi che conferiscono un'impronta marcatamente 'corale' alla trama generale del libretto: "parecchi contadini; difensori del paese; popolo."

I personaggi individuali agiscono prevalentemente in coppia: Hanns, vedovo, trova conforto, sostegno e comprensione nella figlia Käthe; Lischen, prossima a celebrare le nozze con Jürge, è terrorizzata al pensiero che il suo fidanzato, alla guida della milizia popolare, possa cadere al fronte e si atteggia a personaggio da opera seria,10 mentre Jürge non ha dubbi su quale sia la scelta giusta da compiere;11 la pusillanimità di Samuel12 e l'opportunismo di Margreth, la sua 'serva padrona', sono invece fonte di involontario umorismo che fa della loro coppia l'elemento comico del libretto contrapposto a quello serio delle altre due coppie.13

Fin dalle scene iniziali si delinea la 'morale' fondamentale del libretto: il perseguimento del proprio legittimo progetto individuale di felicità deve essere subordinato al superiore dovere patriottico che lega il proprio destino personale a quello di tutto il popolo. Jürge e Lischen sono prossimi a celebrare le loro nozze ma sul paese grava la minaccia di un'imminente invasione delle truppe francesi. Il generale Laudon14 ha affidato alla milizia popolare il compito di conquistare un'altura che sovrasta la strada provinciale per contrastare l'avanzata delle truppe nemiche che erano riuscite a sfondare l'ala sinistra dell'esercito imperiale costringendolo a ritirarsi: dall'esito di questa manovra strategica congiunta dipende la salvezza del paese. Jürge, in qualità di comandante della milizia popolare, chiama alle armi tutti gli uomini del paese ai quali tiene un vibrante e franco discorso.15 Le prime notizie che giungono dal fronte non sono però rassicuranti: Michl, un miliziano in fuga, racconta che il nemico ha avuto la meglio e che Jürge è stato visto cadere sotto il fuoco nemico. In realtà le cose sono andate diversamente ed è lo stesso Jürge in persona a raccontarlo agli esterrefatti Hanns, Samuel e Käthe che lo credevano ormai morto. La milizia popolare ha avuto la meglio nella battaglia ingaggiata con le truppe francesi e il valore e il coraggio dei suoi uomini sono stati encomiati dallo stesso generale Laudon il quale, visto ormai sventato il pericolo di un'invasione del paese, ha concesso loro di fare rientro nelle loro case. La faccia di Jürge tutta imbrattata di sangue, che aveva tratto in inganno il miliziano in fuga, è la conseguenza di una sua caduta avvenuta nel corso di una scaramuccia ingaggiata con il nemico attirato in un'imboscata, che gli aveva procurato delle escoriazioni ad un dito e fuoriuscita di sangue dal naso. Jürge ha preso una scorciatoia perché voleva fare una sorpresa a Lischen ma il loro incontro è contrassegnato più dall'apprensione per il pericolo scampato che dalla gioia del rivedersi. Jürge raggiunge poi i suoi miliziani nel posto convenuto16 e messosi alla loro testa fa un ingresso trionfale in paese fra le acclamazioni di giubilo della gente.17 Hanns consegna in premio a Jürge la mano di sua figlia Lischen i quali celebrano quello stesso giorno il loro matrimonio.

Gli eventi del fronte non sono mai rappresentati direttamente sulla scena ma vengono sempre riferiti dai personaggi. Il libretto si attarda piuttosto sulla diversa reazione psicologica dei personaggi agli eventi drammatici che fanno da sfondo alla sua trama. L'umore di Hanns oscilla fra momenti di cupo pessimismo, in cui ha la meglio lo sconforto, e momenti di maggiore lucidità in cui prevale una ragionevole speranza e fiducia. Käthe manifesta invece un atteggiamento protettivo nei confronti della sorella Lischen la quale non sa darsi pace e fatica a conciliare il suo amore per Jürge con il forte senso del dovere patriottico che alberga nell'animo del fidanzato, icona ideale del patriota equilibrato. L'unica preoccupazione di Margreth, la bisbetica governante di Samuel, è invece quella di trarre il maggior vantaggio personale dalla piega presa dagli eventi.18 Il personaggio che invece meglio incarna l'ambiguità e le debolezze dell'animo umano è quello di Samuel,19 di cui prende le difese lo stesso Jürge20 salvandolo da un tentativo di linciaggio da parte di due miliziani che ne intercettano la fuga e vorrebbero costringerlo a seguirli. E sono proprio i personaggi di Samuel, di Michl, il miliziano fuggiasco,21 e quelli dei due anziani contadini che all'inizio del Finale II, in attesa del rientro in paese della milizia popolare, si recano all'osteria per chiacchierare davanti ad un bicchiere di buon vino, quelli che salvano il libretto dal pericolo di una visione ideologica dei recenti eventi bellici, offrendo al pubblico bolzanino una pièces ispirata ad autentica pietas umana.

Come già il libretto del Singspiel Die falschen Verdachte anche quello del Singspiel Der Tiroler Landsturm presenta "grande varietà metrica"22 a cui corrisponde un'altrettanto articolata drammaturgia musicale,23 anche se meno ambiziosa e di proporzioni più contenute rispetto a quella del precedente Singspiel. Dei sedici numeri musicali del Singspiel metà sono Arie solistiche,24 una per ciascun personaggio, tranne Lischen e Jürge che ne intonano due a testa, una nel primo e l'altra nel secondo atto. Dei sei numeri d'assieme, tre sono Duetti,25 due Terzetti e un Quartetto. I due ampi Finali d'atto, oltre all'alternarsi di momenti ariosi solistici con momenti d'assieme in cui i personaggi sono variamente abbinati, includono alcune musiche di scena per soli fiati che accompagnano l'ingresso in scena della milizia popolare. Il ricorso al Recitativo accompagnato nei momenti chiave del Singspiel26 conferisce alla drammaturgia musicale maggiore spessore.

Bihler dimostra anche con questo Singspiel di aver perfettamente assimilato la lezione di stile della coeva opera comica italiana architettando una partitura musicale che ritrae il gesto e accompagna l'azione con una esuberante ricchezza di combinazioni ritmiche e melodiche e di espressive sottolineature armoniche.


3. Julie und Romeo: amore e pregiudizi sociali


La seconda opera allestita nel corso della stagione di carnevale del 1798 rappresenta una significativa deviazione dal filone dell'opera buffa italiana finora prevalentemente perseguito dalla Gesellschaft der hiesigen Tonkünstler. Ragioni estetiche ma forse anche le recenti circostanze storiche attraverso cui era passata la comunità cittadina, sconsigliavano di abbinare al Singspiel Der Tiroler Landsturm un titolo comico. La scelta cadde pertanto su un soggetto tragico: Giulietta e Romeo, libretto di Giuseppe Maria Foppa (1760-1845), musica di Nicola Antonio Zingarelli (1752-1837):

il maggior successo operistico di Zingarelli […] rappresentato al Teatro alla Scala di Milano il 30 gennaio 1796, ebbe numerosissime riprese in Italia e in Europa per più di un trentennio, testimoniando essa stessa - con le rielaborazioni, i tagli, le aggiunte e gli inserimenti di cui fu oggetto - una vera e propria micro-storia di quella transizione epocale. […] Pur con numerose modifiche e manomissioni, l'opera restò in repertorio fino al 1832, a testimonianza del valore del suo soggetto e della sua concezione drammatica, che vede, col procedere dell'azione, ridursi lentamente il numero dei personaggi ai soli Romeo e Giulietta. Tale esigenza di concentrazione drammatica, che proietta Giulietta e Romeo in pieno Ottocento, viene portata alle estreme conseguenze nel terzo atto, il più famoso di tutta l'opera.27

La nota vicenda degli amanti veronesi presenta alcuni elementi drammaturgici in comune con quella della coppia tirolese formata da Lischen e Jürge: infatti, a parte l'epilogo, tragico in un caso e felice nell'altro, la relazione amorosa delle due coppie è ugualmente contrastata vuoi dall'ostilità delle due famiglie, vuoi dalla guerra in corso, circostanze che costringono le coppie a separarsi loro malgrado. Tutte e due le trame prendono inoltre spunto da avvenimenti realmente accaduti come si premura di sottolineare una didascalia del libretto di Julie und Romeo: "Die Szene geht in Verona vor, wo die Geschichte, welche diesem Singspiel zum Stoffe dient, sich wirklich zugetragen hat" ed in entrambi i libretti i personaggi collettivi hanno una consistente rilevanza drammaturgica.

L'opera di Zingarelli approdò a Bolzano, dopo la sua ripresa viennese nell'aprile del 1797, col titolo di Julie und Romeo,28 ricalcando fedelmente la struttura drammaturgica del libretto originale del 1796, recuperando pertanto anche la Scena seconda dell'Atto terzo omessa nella partitura autografa nella quale Giulietta, desiderosa di darsi morte, e Gilberto, che tenta di dissuaderla, destano l'attenzione di Everardo e Matilde che intervengono nella scena terza. Nella partitura quindi la comparsa improvvisa del padre di Giulietta appare in realtà poco verosimile.29


Nella copia bolzanina della partitura, al termine della scena prima dell'atto terzo, compare la scritta "N. B. prosa inzwischen" che rimanda proprio alla scena seconda del libretto originale non musicata da Zingarelli.30 La sua recitazione parlata però avrebbe creato una frattura esteticamente inaccettabile nella granitica compattezza musicale dell'Atto terzo e pertanto si diede incarico probabilmente a Bihler di musicare una traduzione metrica della scena seconda. Nel terzo volume della partitura, al termine della scena prima, è inserito un fascicolo di 7 fogli di formato e calligrafia diversi da resto della partitura,31 corrispondenti proprio alla scena seconda non musicata nella partitura autografa. Al foglio 7 la scritta "weiter dann beÿ den Worten: Welch Getös!", le parole con cui Eberhard, il padre di Julie, irrompe in scena all'inizio della terza e conclusiva scena dell'opera, segnala il punto di riaggancio con la drammaturgia originale giusto al termine dell'inserto della recuperata scena seconda. In testa al fascicolo compare la scritta Recitativo articolato da Bihler in due distinte sezioni che si succedono senza soluzione di continuità formando un'unica scena drammatica:


Organico in partitura: Cor in C [da b. 24 in D], ob I-II, fg I-II, vl I-II, vla, Julie (S), Hilbert (B), vlne


I - Do magg., C, Allegro, bb. 48, [Hilbert]: "Hier bin ich schon bey euch!" [bb. 22-23, Lento, punto coronato, [Julie]: "Und liegt erblasst"; bb. 24-41, All.o, [Hilbert]: "Wie grausam doch vereitelt"; bb. 42-48, Adagio non tanto, [Julie]: "Ich sehe schon Romeos Schatten winken"]


II - re minore, C, Allegro molto, bb. 34, [Hilbert]: "Ach halte - kein Versuch - Leute, zu Hilfe!"


La prima sezione è in stile di recitativo accompagnato: l'orchestra inframmezza i brevi declamati vocali con interventi che a volte hanno la consistenza di veri e propri motivi, a volte di semplice punteggiatura accordale che sottolinea il movimento armonico modulante. La seconda sezione è invece in stile concertato ed esordisce con il grido accorato di Hilbert il quale cerca di dissuadere Julie dal compiere il gesto insano richiamando l'attenzione degli altri personaggi. I successivi versi di Julie formano un blocco di battute (bb. 6-17) che viene immediatamente replicato (bb. 18-29). Le battute 30-34 sono di transizione alla successiva Scena terza, al grido di Hilbert: "Zu Hilfe, Leute, zu Hilfe!". L'invenzione musicale asseconda la tensione psicologica della scena, massime nella prima sezione alle bb. 21-23:


e ancora alle bb. 41-48:


La stagione di carnevale 1798 fu la più seguita fra quelle organizzate dalla Gesellschaft der hiesigen Tonkünstler con un totale di 6762 spettatori.32 Anche l'elevato numero di copie dei libretti a stampa venduti all'ingresso della sala33 attesta l'alto interesse suscitato nel pubblico bolzanino dai due soggetti operistici messi in scena quell'anno dopo la forzata pausa dell'anno precedente.


La ripresa degli eventi bellici sullo scorcio del XVIII, che costarono alla città di Bolzano una seconda occupazione dalla fine del 1800 fino alla pace di Luneville (9 febbraio 1801), e la morte prematura del von Menz all'inizio di maggio del 1801, determinarono la conclusione di questo primo atto della storia del teatro musicale a Bolzano.34 Dopo un intervallo della durata di alcuni anni prese però avvio un secondo lungo atto nel nuovo teatro in piazza della Mostra inaugurato durante la fiera di settembre del 1805.35

 

 



NOTE



1 Il testo integrale del libretto e la sua traduzione in italiano sono disponibile nel sito del Centro di Cultura dell'Alto Adige all'indirizzo: http://www.altoadigecultura.org/

2 Il soggetto degli affreschi è una festa mascherata che ha luogo in un parco, ideale sfondo scenografico alle opere che vi vennero allestite. Cfr. Nicolò Rasmo, Il palazzo Menz, Bolzano 1972; Silvia Spada Pintarelli, "Aggiunte a Palazzo Menz" in: Veröffentlichungen des Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, 70. Jg, 1990, pp. 247-259.

3 Franz Bihler, compositore e organista benedettino del monastero di Heilig Kreuz nei pressi di Donauwörth (Schneidheim, Nördlingen, 1760 - Augsburg, 1823), fu ingaggiato dal von Menz nel 1794 e si trattenne a Bolzano fino al 1801 per poi trasferirsi ad Augsburg alla guida della cappella del Duomo.

4 La morale sottesa al libretto, la cui trama è ambientata nell'isola delle Barbados nelle Antille caraibiche, potrebbe essere espressa dal sottotitolo: o del trionfo della bontà. È infatti la tenace bontà d'animo della protagonista Sulma, figlia unica di Orma, una donna di colore, e di Sir Robert Buri, proprietario terriero dell'isola caraibica della Martinique, tetragona di fronte a qualsiasi sospetto e calunnia nei suoi confronti, ad avere la meglio sulla cognata e acerrima nemica Mistress Spencer posseduta dal demone del risentimento.

5 La raccolta di manoscritti musicali "Toggenburg" conserva le parti strumentali e vocali della farsa per musica in due atti I nemici generosi di Cimarosa su libretto di G. Petrosellini andata in scena al Teatro Valle di Roma nel corso della stagione di carnevale del 1796. Era questa probabilmente una delle due opere programmate dalla Gesellschaft der hiesigen Tonkünstler per la stagione di carnevale del 1797 poi sospesa.

6 Cfr. Josef Nössing, "Die Stadt Bozen in der Zeit von 1790-1815", in: Bozen zur Franzosenzeit 1797-1814. Katalog zur Ausstellung, Museumsverein, Bozen 1984, pp. 5-13. La figura del generale Laudon era stata celebrata dal Bihler ancora nel 1797 in alcune composizioni conservate nella raccolta musicale "Toggenburg": Cantata in C / â / Canto, Alto, / Tenore, Basso. / Due Oboe. / Due Clarinetti. / Due Flauti Traver. / Due Corni. / Clarino Principale. / Con / Fagotto / Musica del Sig. Abbe Bihler; Lied / bei Gelegenheit des Sommer=Aufenthalts / Seiner Excellenz / des Herrn General=Major / Freyherrn von Loudon / Gesungen zu Oberbotzen in der Sommerfrist / den 19 August 1797. / In Musik gesezt / von / H. n Abbate F. Bihler / Augsburg in der Gombartischen Musik Handlung 166 Pr. 30 kr. È probabile che lo stesso generale Laudon, durante la sua permanenza nella residenza estiva del von Menz a Oberbozen sull'altopiano del Renon/Ritten quale ospite d'onore assieme alla moglie, la contessa Fünfkirchen, abbia raccontato l'episodio che ha ispirato la stesura della trama del Singspiel Der Tiroler Landsturm.

7 Il nome del von Remich non compare sul frontrespizio del libretto a stampa come d'altronde non compare anche su quello del libretto del precedente Singspiel Die falschen Verdachte. L'anonimo corrispondente del Journal des Luxus und der Moden giustificava la ritrosia del librettista a svelare la propria identità come una forma di personale modestia: "Ein hiesiger Privatgönner, den ich um seiner Bescheidenheit nicht zu nahe zu treten, nicht nennen will, verfertigte den Text". È lo stessovon Menz a svelarne l'identità in una sua nota manoscritta del 1796: "Hatte Herr von Remich die Güte für das hiesige Publikum einen Text für die Opera zu machen, welchen Abbè Bihler in die Musique sezte, unter den Titel, die falschen Verdachte." Il nome del von Remich compare scritto a matita anche sul frontespizio della copia del libretto presso il Museo Civico di Bolzano: "Ant. v. Remich".

8 Der / Tiroler Landsturm / im / Franzosen = Kriege. / ein vaterländisches Schauspiel / mit Musik, / in zween Aufzügen. / verfaßt und in Musik gesetzt / für die / Gesellschaft der Tonkünstler in Botzen, / und von diesen gewiedmet / dem Publikum der Stadt Botzen / Aufgeführt im Fasching / des Jahres 1798. / Mit hoher Erlaubniß. / Gedruckt zu Botzen, / und zu haben bey dem Eingange des Saals. Libretto, frontespizio.

9 Alcuni passi del libretto offrono una descrizione geografica più circostanziata del teatro degli scontri fra le truppe regolari austriache, coadiuvate dalla milizia popolare sudtirolese, e le truppe francesi che trovano riscontro nella ricostruzione storica del Simeoner degli eventi che portarono alla liberazione della città di Bolzano e che fanno propendere per una località all'imbocco della Val Sarentino/Sarntal: "am 23. März [1797] Vormittag der Feind in Bozen einzog, und zwar unter dem Wirbel von 200 Trommel [... ] Mittlerweile war aber am 31. März mit Zuziehung von Tiroler-Officieren vom kaiserlichen Armeekommando zu Sterzing ein allgemeiner Angriffsplan entworfen worden. Nach demselben sollten die Sarnthal in drei Abtheilungen vordrängen [... ] General Loudon erhielt dann den Befehl mit seinen Truppen und den tüchtigen Schützen von Burggrafenamte ebenfalls in drei Abtheilungen, welche bis Terlan gemeinsam marschieren und sich dann trennen sollten, vorzudringen [... ] Es wurde somit ein großartiger Plan zu einer förmlicher Schlacht, die in Bozens Umgebung geliefert werden sollte, entworfen. [... ] Die Hoffnung der Bozner war deshalb einzig und allein auf die drei Abtheilungen Laudons [... ] Der 3. April sollte nun die Entscheidung für Bozen herbeiführen. Laudon ließ seine Mannschaft langsam vorrücken und wollte mit dem linken Flügel, der in Jenesien stand und dem Centrum, das bei Moritzing war, zugleich angreifen. Bereits um 10 Uhr Vormittag donnerten die Kannone um die Stadt Bozen, und gaben das Zeichen zu einer gar blutigen Schlacht [... ] mit dem linken Flügel Laudons hatten sich auch die braven Sarner vereint und begannen einen fürchterlichen Kampf. [... ] Der besiegten und beschämten Franzosen beschlossen deshalb die Stadt zu verlassen und brachen wirklich noch in der Nacht vom 3. auf den 4. April gegen Süden auf [... ] um 7 Uhr Morgens war kein Franzose mehr in Bozen [... ] noch am demselben Vormittag marschierte General Loudon mit seiner bunten Krieger= und Siegerschar in Bozen ein. Wohl nicht oft wurde jemand mit solcher Freude empfangen." Andreas Simeoner, Die Stadt Bozen, Bozen 1890, pp. 554-565.

10 [Recitativo]: "O cielo! Quale malinconia / circonda ora i miei sensi! / Non esiste una condizione che / assomigli alla mia! / Sono del tutto fuori di me! Dove mai c'è / un tormento, / Che raggiunga anche solo a metà quello dell'anima mia? / Il mio Jürge più non c'è! Oh, chi avrà pietà poi / Della povera Lischen? Oh, chi, chi mi consolerà?" [Aria]: "Oh Dio, già lo vedo cadere / Per mano dei nemici selvaggi! / Ancor tenta di sussurrare il mio nome, / Poi muore per la patria! / Lì già giace nel suo sangue / Disteso sulla terra! / Oh che pena mi fa, il poverino, / Tutto ricoperto di ferite! / Oh cielo! Chi può sopportare tutto ciò? / Già mi si gela il sangue! / Non essere sordo ai miei lamenti, / donami forza e coraggio!" Atto secondo, scena terza. La traduzione in italiano di questo passo del libretto come dei successivi è di Luigi Ambrosiani che qui ringrazio per la sua preziosa collaborazione.

11 [Aria]: "Allegro! Pensieri non ho, / pensieri non avrò! / La mia ragazza e il mio fucile / son per me la cosa più cara sulla terra! // Il fucile mi dà requie dai nemici / Lischen dà pace al mio cuore, / di entrambi ho bisogno per / andare all'assalto pien di coraggio. // E se dovessi cadere / morirò con onore, / ed io so che Lischen griderà: / Ah se ci fosse ancora Jürge! // Ma io ritornerò dopo / aver fatto il mio dovere / e col suo sguardo incantevole / ella mi premierà!" Atto primo, scena terza.

12 Non è da escludere che il von Remich avesse voluto fare la caricatura dello stesso compositore Bihler, cantore delle gesta del generale Laudon e della milizia popolare ma che probabilmente non ne aveva fatto parte.

13 È significativo il ribaltamento dei ruoli vocali maschili: alla voce di tenore di Samuel è affidato un ruolo comico mentre a quelle di basso, rispettivamente di Hanns e di Jürge, è affidato invece un ruolo serio.

14 La figura del generale Laudon non compare mai in scena ma campeggia sullo sfondo e invero l'autentico protagonista di questo "dramma patriottico" non è l'esercito imperiale ai suoi comandi ma piuttosto il "Tiroler Landsturm", la milizia territoriale come espressione della resistenza popolare durante la prima insorgenza tirolese contro l'invasore francese.

15 [Recitativo]: "Qualora ci fosse ancora qualcuno tra di voi che solo per costrizione ci segue, / che non per coraggio, / per la patri le armi impugnò, / quegli se ne vada, fa ancora in tempo / prima che troppo tardi si penta dell'ardua impresa! / Ci servono uomini solamente e / non vigliacchi! / (s'interrompe un attimo per guardarli) / Oh, nessuno si fa avanti e tutti tacciono! / La mia richiesta vi ha addolorato; voi / immolate pieni di coraggio / la vostra vita, il vostro bene e il vostro sangue / per il principe e per la patria. / Tuttavia, se qualcuno di voi volesse sfuggire alla pugna, / io lo ucciderò sul posto; / se invece dovessi farlo io, / allora voi avete lo stesso diritto. / Vi conduco volentieri, / con esempio, consiglio ed azione, / nel miglior modo che posso! / Dio di certo ci benedice! /questa è la nostra lotta / tuttavia fratelli, astenetevi dalla selvaggia ferocia!"Atto primo, scena tredicesima.

16 "La truppa che sta marciando sul sentiero normale mi aspetta alla grande croce; colà tornerò anch'io per far l'ingresso nel villaggio assieme e a tutti. Tra un'ora arriveremo tutti." Atto secondo, scena nona.

17 [Coro del popolo]: "Benvenuti, fratelli coraggiosi, / / Benvenuti, cari amici! / Da vincitori voi ritornate, / Dal nemico ci liberaste! / Intrecciamo corone d'alloro / Attorno alle vostre fronti, / E festeggiamo poi con danze / Il gioioso ritorno!" Atto secondo, scena quindicesima.

18 [Aria]: "Qui in questo nido non c'è / nulla che mi piaccia / e il fiore più bello deve / sfiorire inosservato. // Ma ora andrò in città / con le mie cose, / gli occhi di tutti attirerò allora / in un sol colpo su di me. // Allora da questa angoscia sboccerà / per me nuova speranza, / e da questa miseria ne riceverò / un guadagno per me." Atto secondo, scena prima.

19 [Aria]: "Io contro i nemici? / Cosa vi viene in mente, amici? / Qual è lo scopo? // Io temo il fuoco! / La vita è preziosa / ma sfiorisce come una rosa. // Così dovete imparare / che io sono da rispettare, / chi io sia molti non sanno // ma la musica e i fanciulli / sempre di me bisogno hanno. / Ma siete proprio grulli!" Atto primo, scena sesta.

20 "(seriamente) Lo sapete che l'ordine e l'unità sono le cose più importanti se vogliamo raggiungere un buon successo? Mi rattrista molto il fatto che voi cominciate subito con eccessi e costrizioni - E spero che tali contrasti non si verifichino più. Non è vostro compito giudicare e ancor meno decidere chi debba partire con noi, o no? Devono anche esserci persone che a casa curino gli affari, inoltre ci sono talvolta delle condizioni che sono di impedimento. Se questo non è il caso allora venga egli colpito dalla vergogna della sua codardia e per non avere fatto nulla per la patria. Forse che ci è utile uno spinto non da senso de dovere e dell'onore o dal'amor patrio ma solo perché costretto? Lasciatelo andare!" Atto primo, scena settima.

21 [Contadino]: "Si! In simili situazioni non c'è altro da fare! C'è già abbastanza da pensare a sé stessi. Ognuno si preoccupa della propria pelle! Statemi bene Hanns!" Atto secondo, scena quarta.

22 Walter Schneider, "Die geistes- und kulturgeschichtliche Situation der Stadt Bozen in den Jahrzehnten des Umbruchs um 1800", in: Bozen zur Franzosenzeit 1797-1814. Katalog zur Ausstellung, Museumsverein, Bozen 1984, p. 43. Un esempio di questa versatilità metrica è offerto già dal Duetto con cui il Singspiel esordisce. Hanns e Käthe duettano inizialmente su tetrametri trocaici: "Guten Morgen, lieber Vater! / Guten Tag, mein liebes Kind!" [Buona giornata, caro padre! / Buongiorno, mia cara figlia! ] per poi passare nella seconda parte a metri dal taglio più corto quali il trimetro trocaico e giambico: "Frühling, sey [uns] willkommen / Mit deinem holden Blick!" [Primavera, sii la benvenuta / Col tuo dolce sguardo! ]; e il bimetro anapestico catalettico: "Du lockst uns am Morgen /Zum fröhlichen Scherz" [Tu rendi con abbondanza! / Al mattino ci alletti/induci / Allo scherzo gioioso]. La musica recepisce questa sostanziale bipartizione metrica del Duetto articolandolo in un Allegro non tanto in 4/4 seguito da un Allegro in 6/8.

23 La raccolta di manoscritti musicali "Toggenburg" conserva le sole parti vocali e strumentali manoscritte del Singspiel. Della partitura, probabilmente dispersa, (o forse trattenuta dallo stesso Bihler quando nel 1801 si trasferì ad Augsburg) si fa cenno nella fattura datata 1798 e rilasciata "Dem Jhro hochwohl Edlen gebohrenen gnadigen Hh. Anton v. Menz" dal rilegatore Jakob Schgraffer: "Die Musikalien, von der ersten Oppere, sambt den Spart gebund v. Landsturm: fl. 4 kr 40"

24 La tipologia di queste Arie include Arie col Da Capo (Aria di Samuel, Atto I, n. 5; Aria di Käthe, Atto I, n. 6; Aria di Margreth, Atto II, n. 1); Rondò (Aria di 122 Jürge, Atto I, n. 3); Arie bipartite con la seconda sezione in tempo più veloce a mo' di cabaletta (Aria di Lischen, Atto I, n. 2; Aria di Lischen, Atto I, n. 3, quest'ultima introdotta da un Recitativo accompagnato; Aria di Hanns, Atto II, n. 4); Aria bipartita con le due sezioni simili (Aria di Jürge, Atto II, n. 5). Le Arie di Lischen e di Käthe presentano colorature.

25 Duettano le sole coppie 'serie': una sola volta la coppia Hanns e Käthe, due volte la coppia Lischen e Jürge sempre prima dei due Finale d'atto.

26 Il Duetto n. 7 dell'Atto I che precede la separazione di Lischen e Jürge; la grande Aria di Lischen in stile tragico, Atto II, n. 3; i Recitativi nei due Finali d'atto che accompagnamento i solenni pronunciamenti di Jürge alla milizia popolare.

27 Alessandro De Bei, "Giulietta e Romeo", in: Aspetti dell'opera italiana fra Sette e Ottocento: Mayr e Zingarelli, a cura di Guido Salvetti, LIM, Lucca 1993, pp. 71-72.

28 Julie, und Romeo. / Ein Singspiel / in drey Aufzügen. / Dem geehrtesten Publikum / der Stadt Botzen / von den hierortigen Tonkünstlern gewiedmet. / im Fasching des Jahres / 1798. / Mit hoher Erlaubniß. / Gedruckt zu Botzen, / und zu haben bey dem Eingang des Saals. Libretto, frontespizio. La raccolta di manoscritti musicali "Toggenburg" conserva, oltre alla partitura in tre volumi di provenienza probabilmente milanese, anche le parti vocali e strumentali scritte da un copista locale. Personaggi: "Eberhard Capello, Haupt der Familie. / Julie, seine Tochter. / Romeo Montecchio. / Hilbert, ein Freund der beyden Familien. / Mathilde, Juliens vertraute Freundinn. / Graf Theobald, Juliens versprochner Bräutigam. / Chor der Capellischen Parthey. / Chor der Montecchischen Parthey."

29 A. De Bei, 1993, p. 107.

30 "[Zweyter Auftritt. ] Hilbert, Vorige. [Hilbert]: Hier bin ich schon bey euch! / [Julie]: Aus meinem Augen / Du unvorsichtigster der Welt! Sieh hier die Früchte, / Die deine Anschläg' mir gewähren! Siehe / Das Opfer hier zu deinen Füssen! / [Hilbert]: Himmel! Romeo hier! Romeo leblos! Wie dies! / [Julie]: Die Nachricht / Von meinem Tode führt ihn her zu meinem Grabe, / Und da er ohne mich das Leben hasset, / So nimmt er Gift, und liegt nun hier erblasset. / [Hilbert]: Wie grausam doch vereitelt / Des blinden Zufalls Hand die schönsten Plane! / So brache er vor meinem Abgesandten / Den Ruf von deinem Tod zu seinen Ohren, / Um so des Schicksals Härte zu vollenden. / [Julie]: Und ich, was mach' ich hier? Warum verliehr' ich / In Klagen, die nichts nützen, mich? Gebt einen Dolch mir, / Ich will dem Tod' in seine Arme sinken, / Ich sehe schon Romeos Schatten winken. / (will Hilberten den Degen entreissen) [Hilbert]: Ach halte - kein Versuch - Leute, zu Hilfe! / [Julie]: Umsonst ist dein Bemüh'n; wenn meine Hände / Es auch nicht thun, macht doch der Schmerz ein Ende."

31 Indizi calligrafici e stilistici lasciano supporre che tale inserto sia proprio opera del Bihler.

32 Le due opere registrarono rispettivamente 3325 spettatori la prima e 3437 la seconda. Le repliche, in numero di 11 per singolo titolo, furono inferiori a quelle delle precedenti stagioni ma la media degli spettatori, rispettivamente di 302 e di 312 persone, fu la più elevata. La settima replica del Singspiel Der Tiroler Landsturm fu inoltre la più seguita in assoluto: 378 spettatori che si fatica ad immaginare come abbiano potuto prendere posto nella Sala del Palazzo Mercantile.

33 In numero rispettivamente di 240 e 245 su 300 copie stampate per ciascun titolo.

34 In data 20 febbraio 1798, nel corso dell'ultima rappresentazione della stagione di carnevale, venne letto dal basso Johann Schuller il seguente testo di ringraziamento scritto dal von Remich con cui gli orchestrali e i cantanti presero congedo dal pubblico bolzanino: "Vorüber ist sie nun, vorüber / Gleich einen Sommertraum, die Zeit / Genosner Freüden; ach und trüber / Wird unser Blik ob der Vergangenheit! - / Hoch schlägt mein Herz, empfindungsvoll durchglüht, / Da Eüch mein Aug zum leztenmal versammelt sieht; / Oder leicht mir Kraft, Gefühle vorzutragen. / Die so voll seyen denks in meinen Innere schlagen - / Sonst sagt das Sprichwort; was man öfter hört und sieht / Wird man gewohnt; ja man erkaltet / Allmählich selbst für das, wofür man sonst geglüht; / denn es verliehrt den Reiz der Neüheit - und veraltet, / Doch das beÿ Eüch dies nicht der Fall ist, und nie war / Bewird aus Eüre Günste, die wir so oft gengen. / Da uns so manche Abende in jeden Jahr / In Eürer Gegenwart so angenehm verflossen / Da ein Gewöhnheit das Gefühl / Für Kunst in Eüch geschwächt; da Ihr mit frohen Herzen / Wir machten weinen, lachen, scherzen, / Bald aufgeheitert, bald gerührt durch Sang und Spiel / In jeden Abend uns besuchtet und verlieset, / Und uns durch Beifall stäts bald laut, bald in der Still / Den schönsten aller Lohn werden lieset. / Dies und noch mehr bürgt uns für das Gefühl / So Ihr für uns so lang empfinden, / Das wir nun unsrer Wünsche Ziel / Auch heüer nicht verfehlt; dass jene Abendstunden, / Die Ihr uns schenktet, Eüch nicht uns vergnügt verschwunden. / Entsprach auch selten unser Sang und Spiel / So der Vollkommenheit, wir Ihr es fodern konntet / So war's des Könnens nur, und ein des Wollens Schuld; / Ihr fühltet dieses selbst, und schontet / Der fehlenden mit Nachsicht und Geduld. / Empfangt dann unsern Dank - Ihr theürsten - empfanget / Ihn als die lezte - lezte Pflicht - / Doch eitles Wortgepräng verlanget / Ihr ja in diesen Augenblicken nicht. / Lebt wohl, - und führt das günstige Geschik. / Uns seiner Zeit an diese Stell zurück - / Auch diesen Fall - o Theürste - da last uns hofen / Es bleibe Eüer Herz zur Huld für uns noch ofen."

35 Il teatro, denominato zur Kaisekrone perché sorgeva nel giardino dell'omonimo albergo in piazza della Mostra, venne inaugurato all'inizio del settembre 1805 con l'opera Pamela nubile, libretto di Gaetano Rossi, musica di Pietro Generali. Il teatro, costruito grazie all'iniziativa di una "società del teatro" che riuniva 47 soci azionari fra i quali figuravano anche il von Remich e la vedova di Anton von Menz, Maria Anna von Gummer, aveva una capienza di circa 800 posti suddivisi in parterre, gallerie e loggioni. La gestione era affidata ad impresari teatrali che allestivano stagioni miste di prosa, lirica e operetta. Il teatro alla Kaiserkrone venne definitivamente chiuso al termine della stagione teatrale del 1904. Cfr. Giuliano Tonini, Viaggio a ritroso nella storia del teatro musicale a Bolzano. In "Mito Opera. Percorso nel mondo del melodramma". A cura di Giacomo Fornari. LIM, Lucca 2002, pp. 63-88.