IL CRISTALLO, 2010 LII 2-3 [stampa]

CAMILLO FEDERICI e JOHANNA VON WEISSENtHURN, Totila, a cura di Paola Maria Filippi e Monica Marsigli, Bologna, Bononia University Press, 2009, pp. 228

recensione di MASSIMO BERTOLDI

Tra i tanti spunti di ricerca, oltre alla ricca messe di informazioni storiche e letterarie, che offre il volume in questione, emerge l'ipotesi di indagare "quella tempestiva ed efficace circolazione di saperi, che, al tempo, in area mitteleuropea non interessava soltanto l'èlite colta, ma coinvolgeva ampi strati della popolazione prescindendo dal loro grado di alfabetizzazione", come scrive Paola Maria Filippi nella lucida nota introduttiva. Oggetto della verifica sono due testi raccolti in volume, totila ossia i Visigoti di Camillo Federici, edito nel 1794, e Totila, re dei Goti (totila, König der Gothen) di Johanna von Weissenthurn. Il secondo è quindi un rifacimento del primo, dal quale assume la massa narrati poi plasmata dalla penna della scrittrice-autrice secondo i gusti del pubblico asburgico.

Nell'originale italiano Totila si presenta figura di regnante intelligente e idealizzato, del tutto simile ad un monarca illuminista, che scende in Italia senza la forza delle armi e con l'intento pacifico di essere accettato dalla popolazione con leggi giuste. La versione tedesca, che avvicina il re barbaro a Francesco II, prossimo a ricevere la corona imperiale, assimila da Federici il tema della pace e della concordia, ma da un assunto diverso: gli italiani sottomessi devono subire l'autorità perché questo popolo, come canne al vento, si piega a chiunque. troppo debole per guidarsi e proteggersi da solo, chiama sempre stranieri in aiuto" /atto I, scena I).

Nella catena dei rimandi, delle analogie e delle differenze tra originale italiano e riscrittura tedesca si enuclea il gioco dialettico della circuitazione dei modelli e della loro permeabile elasticità di assorbire linguaggi drammaturgici e tendenze culturali dello specifico contesto socio-politico. È questo un processo che si sostanzia nella creatività di due autori interessanti e 'minori', quali furono Camillo Federici e Johanna von Weissenthurn, perciò significativo di una cifra e di un modo di produzione teatrale tipico di un'epoca. Affiancare in un unico volume i due Totila, corredati da schede bio-bibliografiche di Monica Marsigli (che firma anche la Nota alla traduzione di Totila, König der Gothen), è risultata operazione scientificamente corretta e fondamentale per recuperare alla memoria due commedie interessanti altrimenti dimenticate.