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Il sistema di accoglienza in Italia. Esperienze, resistenze, segregazione

A cura di Gennaro Avallone

 

Con contributi di Yasmine Accardo, Ex-Opg Je So’ pazzo, Rocco Agostino, Vanna D’Ambrosio, Karima Sahbani, Adelina Galdo, Salvatore Casale, ASD Atletico Brigante, Daouda Niang, Pierre Dimitri Meka, Alagie Jinkang, Gennaro Avallone

Nocera Inferiore (SA), Orthotes, 2018, pp. 218

In un momento storico che vede la politica incapace di offrire mediazioni efficaci e letture organizzate della complessità, uno dei fenomeni strutturali a questo paesaggio contemporaneo - le migrazioni - viene amplificato in modo strumentale tanto alla polarizzazione della realtà sociale quanto a una sua semplificazione, funzionale a sua volta alle strategie di distrazione.

In occasione della presentazione pubblica della rete per l’accoglienza a Bolzano “ALI” (Accoglienza Legalità Integrazione) a dicembre 2018 presso Museion Passage, Vanna D’Ambrosio si è fatta portavoce attraverso una delle esperienze sul campo raccolte in volume: migrazioni e accoglienza sarebbero state trasformate secondo gli autori in un affare economico e politico... Trafficanti, mondo delle imprese, politici, una parte dei gestori dei centri di accoglienza, alimenterebbero i propri affari sulla pelle delle persone migranti, le quali, trattate come merce di scambio (tanto economico quanto ideologico), diverrebbero, scomparendo, mero oggetto. Tematizzando il sistema di accoglienza delle persone richiedenti asilo e rifugiate, il libro è scritto dall’interno del sistema stesso, con l’obiettivo di metterne in evidenza limiti, forme di segregazione e resistenze in movimento. Con la consapevolezza della necessità di superare questo modello, nel nome della giustizia sociale e della partecipazione, contro le politiche razziste e xenofobe che si stanno imponendo in Italia e nel resto d’Europa, a scrivere, spiegare e far comprendere cosa accade sono persone che hanno vissuto nel sistema di accoglienza, mediatori e mediatrici linguistico-culturali, attiviste ed attivisti, lavoratori e lavoratrici del settore, avvocati, ricercatori

La prospettiva adottata è esplicitata nell’introduzione da Gennaro Avallone, evidenziando il limite strutturale dell’accoglienza che crea una categoria di eccezionalità, rivolta a persone speciali da “ospitare”, alieni con diritti ridotti, eccezionalismo che si estende alle politiche emergenziali, create per contenere anziché includere, allontanare piuttosto che avvicinare. Nel contributo di Yasmine Accardo che rileva l’importanza della memoria dei fatti, si affronta la “malaccoglienza” con testimonianze raccolte attraverso il monitoraggio a partire dall’emergenza Nord Africa. L’Ex-Opg Je So’ pazzo riporta l’esperienza di un rovesciamento del controllo rivolto alle istituzioni, affinché garantissero i diritti delle persone, innescando un circolo virtuoso tra attività di supporto (sanitario, legale, formativo) e gli stranieri. Rocco Agostino affronta in casi concreti il sistema normativo tra lacune, inattuazione e discrezionalità. Adelina Galdo descrive limiti e opportunità del sistema Sprar. Vanna D’Ambrosio pone al centro il concetto di umanità in tre movimenti (chi è, come si perde, dove si perde), partendo dalle accidental communities come luoghi di rinnovamento sociale: “non persone” per l’imperialismo, “non cittadini” per il razzismo, “non umani” per il capitalismo. Karima Sahbani illustra il ruolo dei mediatori linguistico-culturali. Salvatore Casale si addentra in esperienze di vita tra lavoro e diritto. Con ASD Atletico Brigante il racconto in prima persona di un intervento territoriale dai campi di calcio alle rivendicazioni politiche e sociali. Con Daouda Niang, Pierre Dimitri Meka, Alagie Jinkang, un ulteriore cambio di prospettiva dalle motivazioni ai racconti di viaggio, la vita nel paese d’arrivo, geografia dei movimenti migratori tra guerre e violenze, ostilità contro i migranti e possibile cambiamento dalla voce degli sfruttati. Forse proprio da questa prospettiva, dal basso, del fare, la politica può ritrovare mappe per un’umanità rinnovata.

 

                                    di Nazario Zambaldi

 

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