IL CRISTALLO, 2008 L 1 [stampa]

BRANCALEONI A BOLZANO

di EUGEN GALASSO

La mostra “Mutazione e trasformazione" (e altresì "Dialogo", dove un titolo integra l'altro) di Giuliano Brancaleoni, presso l'EURAC, è in qualche modo una"summa"dell'opera di questo poeta del pennello che, servendosi di tecniche diverse (olio prevalentemente, ma non solo) dà corpo a un'arte del colore (con uno spettro ampio, a 360 gradi) e della forma in cui dominano prospettive e figure fantastiche, eppure reali (se prospettive) e mitico-storiche, con personaggi dell'oggi e del"sempre" (lo ieri che diventa sempre, come storia e mito). Troverete la cultura classica egizia (ridurre la classicità alla storia e alla letteratura-poesia greco-romana significa non capire nulla di come queste culture si siano a loro volta arricchite sincreticamente d'altro), accanto al Pont-Neuf, la Paris d'oggi alla figura di una Lucia Real, grande coreografa ispano-gitana, come altre figure della cultura e della tradizione francese, spagnola, italiana e mondiale. Così Paris, Madrid, Firenze(le città in cui Giuliano si è formato, non esclusivamente ma prevalentemente), ma anche passato/presente, in una chiave che recepisce totalmente la teoria della relatività einsteiniana e post-einsteiniana, appunto in chiave fantastica(o surreale, se volete, non"surrealista", un brand già accaparrato da tempo, forse dai tempi di André Breton, gelosissimo del brand stesso). Dimensione onirica e dimensione reale, fuse assieme. Ma, se non da Pirrone in poi, da Descartes e da Calderon de La Barca in poi ("La vida es sueno"), dalle teorie della"catastrofe", dalla psicoanalisi e della science-fiction in poi-per non dire, con tutte le riserve del caso, del surrealismo latamente inteso, tale dicotomia non regge poi; ben venga dunque la fusione, emblematizzata nella"Recherche de la lumière" (titolo emblematico di un quadro di Brancaleoni, che potrebbe reggere la mostra intera). Ricerca della luce, cui il colore si rapporta sempre(Goethe ma anche Newton, da altra angolazione, docent), anzi senza la quale il colore non si dà-non esiste, che si esplica nell'occhio pulsante, con tutti i colori dell'iride, nel"ritratto ovale"osservato dalla concubina del faraone egizia, nei simboli mai "decorativi" delle creazioni di Giuliano Brancaleoni, Bolzanino per accidens, di origine venete ma non solo, artista dalla vocazione internazionale, quanto legato alla cultura italiana ed europea (ispano-francese in primis). Una pluralità di soluzioni e proposte che è "effrayant", giustamente, nell'accezione positiva del termine, certo.