IL CRISTALLO, 2009 LI 1 [stampa]

IL TEATRO STABILE DI BOLZANO TRA PRESENTE PASSATO E FUTURO. INTERVISTA A MARCO BERNARDI

di MASSIMO BERTOLDI

Nel mese di maggio 2009 Marco Bernardi ha firmato il rinnovo del suo contratto come direttore e regista del Teatro Stabile di Bolzano, iniziato nel 1980. Il 9 settembre 2009 il Teatro Stabile festeggia, assieme alla Fondazione Teatro Comunale e Auditorium e alle Vereinigte Bühnen Bozen, i primi dieci anni di coabitazione nel nuovo edificio del Teatro Comunale progettato da Marco Zanuso. Nell'autunno 2010 il Teatro Stabile compirà sessant'anni di attività, avviata dal regista milanese Fantasio Piccoli e dal sindaco di Bolzano Ziller nel 1950. Intorno a queste date si enuclea la storia più recente dell'Ente e si aprono le prospettive per il futuro.

L'intervista a Marco Bernardi intende, perciò, analizzare la vita del Teatro Stabile nel suo passato, presente e futuro, in rapporto al territorio e in relazione ai progetti artistici.

 

Tracciando il percorso del Teatro Stabile degli ultimi trent'anni, quali sono state le difficoltà maggiori e quali gli obiettivi raggiunti nel rapporto con il pubblico di Bolzano e dei centri periferici?

Nel primo decennio, gli anni Ottanta, si è trattato di lavorare alla ricostruzione istituzionale, amministrativa e soprattutto artistica di un Teatro Stabile che aveva appena attraversato un periodo di crisi talmente grave da minacciarne la chiusura. Nel secondo decennio ci siamo dedicati al consolidamento della compagnia primaria con attori rivelatisi fondamentali per la storia artistica di questo teatro come Gianrico Tedeschi, Patrizia Milani, Carlo Simoni e Antonio Salines; alla ricostruzione di un prestigio artistico nazionale ed alla necessità di costruire una nuova sede teatrale per il Teatro Stabile e per il teatro in generale nella città di Bolzano. Il primo decennio del nuovo millennio mi sembra sia stato connotato dal forte investimento di energie e risorse per utilizzare al meglio la nuova prestigiosa sede del Teatro Comunale e per sostenere la drammaturgia italiana contemporanea con una serie di novità assolute prodotte dal Teatro Stabile, come i testi di Fausto Paravidino, Pier Paolo Palladino, Roberto Cavosi. Anche nei confronti della drammaturgia del territorio (con una trilogia dedicata alla memoria del lavoro e delle migrazioni nella nostra regione) e della formazione del pubblico giovanile, l'impegno del Teatro in questi ultimi anni è stato sempre più efficace.

Il rapporto col pubblico mi sembra ormai consolidato, il Teatro Stabile, che conta mediamente su 100. 000 spettatori a stagione (il 40% dei quali under 26) si dedica alla diffusione della conoscenza dei linguaggi del teatro e alla promozione del Teatro d'Arte sul territorio provinciale, regionale e nazionale secondo un obbiettivo di carattere culturale e divulgativo, lasciando ad altri soggetti di natura privata il teatro d'intrattenimento.

 

In che misura e come sono mutati i gusti e le esigenze culturali del pubblico, pensando, a titolo esemplificativo, agli spettacoli prodotti dal 1980 ad oggi?

Il pubblico è aumentato e di conseguenza è diventato meno omogeneo. Si potrebbe dire che oggi non abbiamo più a che fare con "il pubblico", ma con "i pubblici", con gusti, interessi e competenze fortemente differenziate. Quindi è necessario offrire cartelloni maggiormente diversificati. A Bolzano infatti i nostri cartelloni sono tre: l'antologico e generalista "La Grande Prosa", quello monografico e di nicchia "Altri Percorsi" e quello dedicato al mondo della scuola dai 6 anni alla maturità "Teatro nella Scuola".

 

Che posizione occupa lo Stabile nel teatro italiano contemporaneo, considerata anche la sua funzione promozionale di giovani emergenti, come il meranese Roberto Cavosi negli anni Ottanta o Fausto Paravidino agli inizi del 2000?

Il Teatro Stabile di Bolzano è un teatro piccolo, per dimensione del proprio bilancio e per bacino d'utenza, ma rispettato dal pubblico e dalla critica nazionali, con i quali si confronta ogni stagione, per la qualità del progetto artistico e degli spettacoli prodotti, per l'impegno straordinario profuso nella promozione della drammaturgia contemporanea e per la solidità della gestione amministrativa. Mi sembra di poter dire che una delle ragioni di questo successo sia dovuta alla continuità della gestione che ha reso possibile una razionalizzazione della programmazione artistica e finanziaria.

 

La politica culturale dell'Ente bolzanino è rivolta anche al mondo giovanile, con progetti importanti come il corso di teatro "Giovani in scena" giunto alla seconda edizione. Perché questo investimento di energie? Si possono già tracciare parziali bilanci?

Vincere la scommessa nei confronti della formazione del pubblico giovanile è fondamentale per costruire il pubblico di domani e per elevarne, se possibile, la competenza teatrale. La città di Bolzano, anche grazie all'esistenza di un Teatro Stabile da 60 anni, è una città piena di curiosità nei confronti dei linguaggi teatrali come testimonia la ricchezza e la varietà dell'offerta di spettacolo dal vivo presente sul territorio. Uno dei soggetti protagonisti di questa curiosità è il pubblico giovanile, basti pensare all'impegno che decine e decine di giovani adolescenti profondono nelle prove delle discipline teatrali del Festival studentesco. Io penso che queste energie creative vadano favorite e intercettate, al fine di consolidare una buona conoscenza della cultura teatrale nella nostra popolazione. Per questo da 21 anni diamo vita a "Teatro nella Scuola" un'iniziativa che conta su oltre 30. 000 presenze di pubblico scolastico a teatro con diffusione capillare sul territorio provinciale, per questo è nata la nuova esperienza "Giovani in scena" in collaborazione con il Servizio Giovani della Provincia che quest'anno sarà raddoppiata con un corso di teatro a Bolzano e un altro a Bressanone, per questo il Teatro Stabile metterà a disposizione dei tutors che aiuteranno i ragazzi che ne facciano richiesta nella preparazione degli spettacoli per il Festival studentesco.

 

Dieci anni di coabitazione nel Teatro Comunale, che bilancio traccia Marco Bernardi?

Un bilancio estremamente positivo. La struttura teatrale progettata da Marco Zanuso si è dimostrata molto funzionale alla prova dei fatti e completa tecnicamente sia dal punto di vista dei due palcoscenici che delle sale prove. La convivenza di Teatro Stabile, Fondazione Teatro e Auditorium e Vereinigte Bühnen Bozen in una stessa "casa", se pur complicata dal punto di vista della gestione degli spazi, dei calendari e dei servizi, si è rivelata positiva ed è certamente un modello simbolico importante per una terra di confine come la nostra.

 

Le produzioni autunnali segnano il ritorno ad autori, pur diversi tra loro, già affrontati in passato, George Bernard Shaw e Fausto Paravidino. Quali i motivi della scelta?

Bernard Shaw è uno scrittore teatrale molto importante, amato da Brecht e da Borges, che si è dedicato a un teatro delle idee in contrapposizione con un'idea di teatro di puro intrattenimento. Confrontarsi a teatro sulle idee in un'epoca che privilegia invece le beauty farms e i reality shows mi sembra un buon punto di partenza per l'inaugurazione di una stagione teatrale dei nostri tempi. Se a questo si aggiunge che La professione della signora Warren è una commedia brillante e intelligente sui rapporti tra etica e finanza, che non si rappresenta in Italia da 10 anni e che abbiamo il cast ideale per metterla in scena con gli attori più esperti come Carlo Simoni, Patrizia Milani, Andrea Castelli, Riccardo Zini e i giovani Gaia Insenga e Massimo Nicolini che hanno già dato ottima prova di sé lo scorso anno nel Gabbiano di Anton Cechov, si capisce che il capolavoro del Premio Nobel Shaw può essere una buona occasione di divertimento e di riflessione per una bella serata a teatro.

Con Fausto Paravidino continuiamo la presentazione dei suoi testi dopo averlo scoperto nel 2000 e lanciato all'attenzione della scena italiana prima e di quella europea e mondiale dopo. La malattia della famiglia M è una novità assoluta che il più autentico talento del teatro italiano di oggi ha scritto e dirigerà per il Teatro Stabile di Bolzano con un cast che mischia giovani attori ad attori più esperti. Queste due produzioni, dopo la prima nazionale di Bolzano, affronteranno il pubblico e la critica nazionali nel corso della tournèe che seguirà nei più importanti teatri italiani.

 

Il pubblico scoprirà le abilità di un attore, Maurizio Donadoni, in qualità di scrittore…

Maurizio Donadoni è una forza della natura, a cominciare dal suo fisico che lo fa assomigliare a Depardieu. Ama il teatro come attore ma pratica anche la scrittura teatrale, ha vinto il Premio Riccione, il più importante concorso italiano per testi teatrali, con una sua originale commedia negli anni novanta. Per noi ha scritto una novità assoluta: Precarie età. Si tratta di una commedia sulla crisi professionale e coniugale di due donne in carriera, molto bella, divertente e amara allo stesso tempo. Entra a gamba tesa sul tema della crisi economica attraverso uno sguardo affettuoso e complice sulla condizione della donna nella società italiana di oggi. Per realizzare questo gioiello ho chiamato a collaborare per la prima volta insieme, tre tra le più interessanti artiste della scena italiana di oggi: Cristina Pezzoli, Patrizia Milani e Maria Paiato. Ci aspettiamo molto dal loro innegabile talento e da questa nuova produzione.

 

Guardando i titoli e gli autori degli spettacoli inseriti nella stagione della "Grande Prosa" e in "Altri Percorsi", spiccano, vicino ai classici (Pirandello, Shaw, Goldoni), esponenti della drammaturgia contemporanea. Come si spiega questo orientamento culturale?

Non mi stancherò mai di sognare un'idea di teatro che incuriosisca il pubblico, che riesca a coniugare la qualità della grande tradizione drammaturgica e interpretativa europea con gli stimoli di testi nuovi che ci aiutino a capire il presente (e forse anche il futuro) e con la ricerca di nuove forme di teatro che si confondano poeticamente con l'arte contemporanea. Ecco perché il cartellone delle stagioni 2009/2010 è ricco di novità assolute, di testi moderni e contemporanei e di riscritture odierne di testi classici.

 

Infine, quali sono gli obiettivi che il Teatro Stabile di Bolzano vuole raggiungere nei prossimi anni nel mandato di Marco Bernardi?

In questo mandato, che considero l'ultimo, vorrei dedicarmi in particolare, sul piano delle politiche culturali, alla formazione del pubblico giovanile e alla verifica della fattibilità di un Teatro Stabile di interesse regionale. Dal punto di vista artistico, mi piacerebbe rileggere ancora qualche grande classico puntando all'essenza dei testi e alla massima qualità interpretativa, e poi continuare il lavoro di talent-scout e di promozione dei nuovi autori teatrali.