IL CRISTALLO, 2011 LIII 2-3 [stampa]

IL TEMA DOMINANTE DELLA CRISI

di CLAUDIO NOLET

Fino alle soglie dell'estate la crisi economica preoccupa i governi in misura crescente. Vengono però cercate soluzioni non troppo traumatiche perché si temono le reazioni degli elettori. Il fatto grave e in un certo senso sconvolgente è che i provvedimenti non risultano sufficienti: da un lato le disponibilità finanziarie sono ridotte dal debito pubblico, dall'altro non ci sono forti stimoli alla produzione di beni e di servizi. Si temono quindi il default e la recessione a un tempo. In primo piano è allora il "mercato", in realtà la valutazione delle agenzie di rating statunitensi che, a partire dall'estate, segnalano i rischi a volte altissimi dei debiti pubblici con frequenti cedimenti dei valori quotati in borsa.

È naturale che ci si richiami alla crisi del 1929, si riapra il discorso sulle conseguenze sociali e politiche di quella crisi e che si torni a citare Keynes.

Tuttavia, non diversamente che dopo il crollo delle borse del 1929, ci si preoccupa in primo luogo di raddrizzare i conti.

Le difficoltà della Grecia mettono allo scoperto quelle dell'euro perché per il debito soffrono altri paesi dell'Eurozona. Francia e Germania, Sarkozy e la Merkel, che ancora possono contare su una saldezza dei loro conti e sull'efficienza della loro economia, tentano con uno sforzo congiunto di salvare la moneta unica imponendo a tutti i partner una politica di rigore nei bilanci e nella gestione del debito pubblico.

L'Italia, a causa del suo altissimo debito, viene investita in pieno dall'offensiva dei mercati finanziari. Il governo Berlusconi che è, come si è detto nella nota precedente, molto indebolito a causa della rottura con Fini e della perdita di consenso nelle ultime prove elettorali, cerca di resistere con manovre finanziarie sempre più impegnative, ma che non sono giudicate sufficienti dal mercato.

Lo "spread" tra i Btp e il Bund germanico diventa anzi il segnale della capacità del governo di affrontare la situazione.

Nello stesso tempo l'opposizione in Parlamento si rafforza, si esita però ancora a provocare la crisi di governo perché si teme il ricorso anticipato alle urne.

Tuttavia la campagna antiberlusconiana è stata spinta tanto oltre che il Presidente della Repubblica non consente il ricorso a decreti leggi per misure d'emergenza di fatto imposte dall'Europa, da sottoporre a controllo periodico per la loro effettuazione, e sostiene la formazione di un governo retto da un economista di prestigio, il prof. Mario Monti, capace di ottenere la fiducia dei due partiti maggiori, del Pdl e del Pd e dei partiti di centro. Data la pressione dei mercati della Germania e della Francia, non sarebbe stato probabilmente possibile chiudere la legislatura e chiamare i cittadini al voto. Sembra d'altra parte che l'intervento della Presidenza della Repubblica abbia il carattere di una forte eccezionalità anche se accettata dallo stesso Berlusconi e dal Partito democratico. L'opinione pubblica viene energicamente mobilitata a sostegno del governo Monti che ha il carattere di un impegno nazionale per la salvezza del Paese. L'unità che si vuole raggiungere contrasta evidentemente con le regole di una democrazia dell'alternanza che esige la consultazione elettorale. La diagnosi della situazione dell'Italia è talmente negativa che soltanto un movimento fisiologicamente trasgressivo come quello della Lega e l'Italia dei valori di Di Pietro dichiarano la loro contrarietà. C'è da notare che questa opposizione si sente legittimata proprio dalla convergenza dei due partiti maggiori di cui erano alleati.

Le misure che il governo Monti deve proporre sono ovviamente un aggravamento di quelle del governo Berlusconi con la conseguenza che i sindacati dei lavoratori ricorrono allo sciopero raggiungendo almeno in questa circostanza una certa unità.

In questi tempi di crisi la provincia di Bolzano cerca ancora una volta di proteggersi con la solidità istituzionale delle sue strutture autonomistiche che sono ancorate costituzionalmente e internazionalmente. La Svp è stata nettamente avversa al governo Berlusconi, nonostante certi avvicinamenti di pura convenienza molto garantita. Non soltanto lo spettro di un disastro economico spinge perciò la Svp, rimasta "blockfrei", a dare il suo consenso al governo Monti.

Certamente la provincia risente della crisi economica e finanziaria, certi settori come quello dell'edilizia sono in parte penalizzati, ma compensazioni vengono dal turismo, dagli esiti soddisfacenti della frutticoltura, dalla produzione qualificata di certe aziende industriali. Si può avere l'impressione che qui le cose vadano meglio che altrove e si può anche pensare che ciò sia dovuto alla buona gestione dell'autonomia. Tuttavia, come si è soliti dire in queste giornate, si è tutti sulla stessa barca tanto più che risulta evidente che la crisi non colpisce soltanto l'Italia e neppure soltanto l'Unione europea e più specificamente l'Eurozona.

Brugger e Thaler Ausserhofer a colloquio con il capo dello Stato danno il via libera alla designazione di Monti. Il giornale Alto Adige, riportando quanto riferisce l'onorevole Brugger, parla di un incontro caloroso nel corso del quale il presidente Napolitano ha dimostrato di conoscere e di apprezzare la posizione di equilibrio sempre dimostrata dalla Stella alpina nella gestione dell'autonomia speciale e in favore della pacifica convivenza in Alto Adige. Secondo Brugger le elezioni anticipate sarebbero una svolta drammatica e molto negativa per il Paese. (14 novembre) Quanto alla fiducia la Svp valuterà il programma anche relativamente alle prerogative dell'autonomia speciale. La manovra sarà alla fine respinta dalla Svp.

In Parlamento la Svp vota la fiducia a Monti che nel suo discorso in Senato riconosce il valore costituzionale delle autonome speciali puntando sul duplice binario della responsabilità e della reciprocità nei rapporti tra Stato e autonomie.

Certamente è eccezionale la concordia dei parlamentari eletti nei collegi della provincia nel sostegno al governo Monti, tuttavia suscita un certo scalpore l'intervento dell'on. Biancofiore che denuncia la "Todesmarsch" del gruppo linguistico italiano. Sull'Alto Adige interviene Brugger a contestare la validità del quadro abbozzato dalla Biancofiore (19 novembre).

La grave crisi economica può mettere in ombra la cronaca stessa della provincia che però presenta aspetti nuovi e inquietanti nel settore amministrativo per quanto riguarda l'azienda provinciale dell'elettricità, la Sel.

La valenza politica della Sel è messa in particolare evidenza dai giornali locali che riportano lo svolgimento d'indagini promosse dalla Procura di Bolzano su comportamenti scorretti a diverso titolo di due assessori, Hans Berger e Michl Laimer, e del vertice dell'azienda stessa. Si tratta ovviamente di vicende complesse con percorsi finanziari da accertare con particolare cura. Forse è la prima volta che la Giunta provinciale e la Svp sono oggetto di critiche durissime e di un'attenzione particolare anche da parte dal quotidiano Dolomiten. Si comprende quindi che qualche osservatore ravvisi in tutto ciò anche il manifestarsi di rivalità e di contrasti all'interno della Svp che, nelle prossime elezioni, affronterà il problema della successione a Durnwalder che nella consueta conferenza di mezza estate ha precisato le sue intenzioni per il futuro.

La Svp avverte il pericolo che le opposizioni possano influire sui suoi elettori, ma anche mettere in cattiva luce la politica energetica in generale. Si giunge così a novembre a decisioni drastiche nei confronti del consiglio di amministrazione.

Il caso di maggior gravità è costituito dalla vicenda dell'azienda elettrica Stein an Stein di Mezzaselva (Mittewald). Significativo il titolo del quotidiano Dolomiten: "Stein an Stein begräbt SEL-Spitze". Il giornale presenta in un box il quadro dei rapporti interni della Sel in questa questione. Il presidente Klaus Stocker e il direttore Maximilian Rainer, il presidente del collegio sindacale Franz Pircher devono cedere il passo.

Il Cda viene rinnovato. Potere ai trentenni evidenzia l'Alto Adige. Presidente è Wolfram Sparber, direttore dell'Istituto per l'energia rinnovabile dell'Eurac, vicepresidenze l'avv. Giovanni Polonioli (già sindaco di Laives per due periodi amministrativi), Sybille Überbacher, laurea in economia aziendale, l'avv. Verena Brunner. Per il direttore sarà indetto un concorso internazionale. Un membro del Cda sarà nominato dalla Selfin, dai comuni.

Certamente la Sel costituisce un obiettivo primario per le opposizioni. Severe sono ad esempio le critiche mosse dai Verdi che contestano la validità di scelte importanti nei rapporti con la Edison.

La crisi delle finanze pubbliche provoca reazioni diverse che si avvertono anche nelle istituzioni, nei partiti e nell'informazione locale.

In particolare il quotidiano Alto Adige coinvolge attivamente i suoi lettori nella critica ai costi ritenuti eccessivi della "casta" politica.

È un tema nazionale che richiama l'attenzione di molti e viene svolto anche con argomentazioni che portano alla condanna del costo della politica. In particolare si discutono i vitalizi che sono di grande importanza per coloro che fanno dell'attività politica un mestiere che non ha pochi rischi. A fatica e con prudenza forse eccessiva, si affronta il problema anche nella provincia. Una solidarietà tra le diverse forze politiche, che devono peraltro fronteggiare la crescita delle contestazioni degli elettori riportate dalla stampa, rende piuttosto limitate le riduzioni dei vari compensi e la nuova regolamentazione dei vitalizi.

In effetti, si pretendono "sacrifici" ai politici perché si attribuisce loro una notevole responsabilità nella crescita del debito dello stato e si afferma che tutti devono essere partecipi alla riduzione dei costi.

Il 25 ottobre il giornale Alto Adige scrive: «È giunta l'ora dell'indignazione. Le richieste sono sprecate, le firme dei cittadini sul nostro appello sono state migliaia. E i consiglieri, fermi, a lambiccarsi, a far finta di decidere. Questa loro ignavia ha prodotto 'addirittura' l'unità dei sindacati di Bolzano e di Trento, sindacati non solo uniti, ma anche firmatari, attraverso i loro segretari, di una lettera indirizzata ai tre presidenti delle assemblee: a Rosa Zelger Thaler, presidente del Consiglio regionale, a Mauro Minniti, presidente del consiglio provinciale di Bolzano, a Bruno Dorigatti, presidente del consiglio provinciale di Trento». Nella lettera si annuncia che «se perdureranno ancora gli atteggiamenti dilatori cui abbiamo assistito fino a oggi, le nostre organizzazioni sindacali sono pronte a mobilitarsi a sostegno di una richiesta che riteniamo all'insegna dell'equità e del semplice buon senso».

La petizione promossa dall'Alto Adige ha un notevole successo.

I venti della crisi non fermano tuttavia il corso della politica locale.

In luglio giunge dal governo il via libera all'Euregio. Durnwalder comunica di avere ricevuto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, una lettera che lo informa dell'autorizzazione da parte del governo alle province di Trento e di Bolzano di partecipare al GECT, Gruppo europeo di cooperazione territoriale, con la denominazione di Euregio Tirolo - Alto Adige- Trentino. È senza dubbio un momento di particolare importanza sia per Bolzano sia per Trento.

Il consiglio dei ministri approva il 7 luglio tre norme di attuazione che riguardano la Corte dei conti le cui competenze sono parzialmente trasferite alla Provincia, la nomina di un terzo membro di lingua tedesca nel Consiglio di Stato e l'estensione della carta d'identità trilingue nelle frazioni ladine di Castelrotto.

Il Consiglio provinciale deve affrontare in autunno problemi complessi. È indispensabile per la Svp che venga limitato il campo delle iniziative ostruzionistiche ai suoi disegni di legge da parte delle opposizioni. In particolare la legge sulla toponomastica sarebbe bloccata con l'arma dell'ostruzionismo ad oltranza. Altri temi legislativi importanti sono quello della legge elettorale regionale che la Svp vorrebbe modificare e quello della legge sull'integrazione degli immigrati. In porto arriva però soltanto la legge sugli immigrati: viene introdotta la consulta provinciale per l'immigrazione con il compito di esprimere pareri e formulare proposte alla giunta provinciale, si istituisce il centro di tutela contro le discriminazioni razziali, etniche e di genere, viene creato un elenco provinciale dei mediatori interculturali, è richiesto un periodo minimo di residenza nella provincia di almeno cinque anni per il godimento di prestazioni economiche a carattere sociale e viene istituito un servizio provinciale di coordinamento dell'immigrazione (22 ottobre). Gli stranieri in Alto Adige nel 2010 erano oltre 41. 000.

Viene pubblicata sulla gazzetta ufficiale la "modifica di leggi provinciali nei settori ricerca, innovazione e sostegno dell'economia". L'assessore Roberto Bizzo la ritiene una legge fondamentale, che rivoluziona e semplifica il quadro normativo (17 agosto, Corriere dell'Alto Adige). Viene presentato anche il progetto del parco tecnologico.

Sulla toponomastica si continua a discutere e a trattare in questi mesi, ma senza giungere a una soluzione. La Svp deve rinviare al 2012 la trattazione in consiglio provinciale del suo disegno di legge sulla toponomastica in generale perché è in atto un ricorso al Tar, mentre resta aperto il problema dei segnavia di montagna. I rapporti con il ministro Fitto sono buoni, si è in dirittura d'arrivo per la soluzione di compromesso, ma ci sono sempre dei ritocchi da concordare. Inoltre Durnwalder non accetta i risultati della commissione provinciale paritetica (5 settembre).

 

Il disegno di legge provinciale della Svp sull'istituzione del repertorio toponomastico provinciale e della consulta cartografica provinciale viene esaminato in consiglio provinciale con l'audizione di esperti e di tecnici il 4 luglio e il 26 agosto. Il giornale Alto Adige riporta dettagliatamente le osservazioni critiche del prof. Francesco Palermo. A suo avviso il dlp 71/10 è l'unica via percorribile per disciplinare la materia in quanto interviene sul residuo delle competenze provinciali in materia. L'art. 8 comma 2 dello Statuto permette in sostanza solo l'ufficializzazione della toponomastica tedesca. Se si andasse oltre, si verrebbe fermati dalla Corte costituzionale (26 agosto). Nella prima audizione Egon Kübacher, che è stato esperto dell'Archivio provinciale, sostiene la tesi che ogni località dovrebbe avere un solo nome ufficiale, documentato dal punto di vista storico. Il passato fascista va abbandonato. Il prof. Carlo Alberto Maistrelli, presidente dell'Istituto di studi per l'Alto Adige, precisa che la Provincia ha competenza sulla toponomastica ma non può avere il potere ultimo dal punto di vista linguistico. Gli italiani devono cercare la loro soluzione.

Questo argomento è però strettamente legato alla tendenza sempre viva anche nella Svp di riaffermazione del carattere esclusivo della "Heimat". Certamente spetta ad Eva Klotz premere al massimo costantemente su questo tasto con provocazioni anche forti ed offensive, tali da interessare la magistratura, ma è innegabile che nei comuni, si veda il caso di Appiano, si procede all'eliminazione di denominazioni italiane.

Inoltre in qualche misura rientra in questa tendenza anche la richiesta della Svp che l'Austria conceda la doppia cittadinanza. Nella breve visita a Vienna del 16 novembre la delegazione della Svp s'incontra con i rappresentanti dei partiti presenti nel Nationalrat, ai quali illustra il carattere meramente ideale della doppia cittadinanza e chiede sostegno per la concessione della grazia ai "Pusterer Buam".

Dal 9 ottobre hanno luogo le rilevazioni per il censimento. Con il decreto legislativo del 23 maggio 2005, n. 99, le dichiarazioni di appartenenza ad uno dei tre gruppi linguistici sono in forma anonima. Questo provvedimento fu accolto con generale soddisfazione (si veda la cronaca de Il Cristallo, 2005, n. 1). C'è l'attesa che le dichiarazioni siano veritiere perché coperte dall'anonimato.

A distanza di sei anni si manifesta però il disagio dei cosiddetti "mistilingue" che non potrebbero dichiararsi come tali. Il tema viene vivacemente discusso con interventi di fermo dissenso come quelli della leghista Elena Artioli del 7 ottobre sul giornale Alto Adige e di Riccardo Dello Sbarba dei Verdi del giorno successivo.

Certamente la figura del "mistilingue" è di per sé la negazione della divisione etnica che è sostenuta dallo Statuto di autonomia.

 

I comuni esprimono sempre più l'esigenza di una loro maggiore autonomia rispetto alla Giunta provinciale. C'è la questione della gestione delle risorse idroelettriche, ma anche quella dello sviluppo urbanistico e quella dei finanziamenti. La Svp conserva la sua forza dominante con la conseguenza che le controversie posso essere considerate come elemento dei rapporti interni al partito.

Più complessi sono i rapporti con i due comuni con popolazione a maggioranza italiana, con Bolzano e Laives.

Nel caso di Bolzano la questione urbanistica ritorna periodicamente sul tappeto.

 

Nessuno pensa ovviamente di mettere in discussione l'impostazione generale del piano che fu firmato da Piccinato e che venne riconfermata nelle successive revisioni (il cosiddetto cuneo verde resta un tabù), ma si chiedono correzioni che inevitabilmente riducono le zone agricole. C'è la necessità di destinare aree per la realizzazione del programma di edilizia agevolata per il ceto medio che risulta sempre più sacrificato nel confronto tra edilizia pubblica ed edilizia privata. La Svp rende però difficile un accordo sulle aree avanzando riserve sulle proposte dell'assessora Pasquali.

Il 29 settembre Boris Podrecca si incontra con l'assessora Pasquali per l'areale che risulta essere conforme al masterplan. Il comune ha istituito una task force di trenta tecnici. Nel convegno degli architetti a palazzo Widmann il progettista sottolinea il rispetto per il contesto: «È un abito cucito per Bolzano, rispettoso dell'ambiente e a misura d'uomo». (Corriere dell'Alto Adige, 30 settembre).

Sotto il profilo culturale è nella sostanza ancora aperto il discorso sul futuro del museo comunale che viene riaperto soltanto parzialmente. Il peso della storia si fa in questo caso sentire fortemente, andando oltre i compromessi raggiunti fino agli anni Novanta.

Singolare è la vicenda di Laives. Questo comune potrebbe avere un ruolo importante con uno stadio calcistico adatto ad ospitare la squadra dell'"Alto Adige -Südtirol" che aspira a salire di categoria. Su questo progetto la Svp è divisa perché c'è la contrarietà dei contadini. Il sindaco Liliana Di Fede si impegna a fondo sperando di convincere la Svp a superare le sue difficoltà. Giunge persino a togliere le deleghe all'assessore Georg Zelger che rappresenta il Bauernbund. Naturalmente deve al più presto restituirle per evitare la crisi della giunta. Alla fine, ma la giunta è sempre in difficoltà, deve accettare una soluzione di compromesso che comporta la rinuncia alla costruzione dello stadio. Sarà così lo stadio "Druso" di Bolzano ad essere adattato ad ospitare il calcio di rango superiore. (Corriere dell'Alto Adige, 22 ottobre).

La stampa segue con molta attenzione le vicende interne della Svp perché, sia pure con un certo anticipo, si pensa a una possibile successione nella guida della giunta provinciale. Durnwalder stesso ha dichiarato che non propone la sua candidatura se non in caso di necessità. Si dà quindi molto rilievo alle affermazioni dell'Obmann in carica Theiner riguardo agli sviluppi dell'autonomia che dovrebbe essere integrale.

 

L'Obmann intende proporre al partito e alle sue diverse istanze un'ampia tematica sul futuro della provincia. A suo avviso la prospettiva non è l'autodecisione, l'integrazione europea la rende meno importante ed urgente, ma l'attuazione integrale dell'autonomia ("Weg zur Vollautonomie") con il concorso dei tre gruppi linguistici. Tutte le competenze, salvo quelle della politica estera, della difesa e della moneta, dovrebbero essere attribuite alle province come primarie. Theiner chiede il trasferimento dei poteri del commissariato al Presidente della giunta provinciale. Una polizia provinciale sostituirebbe i carabinieri e la guardia di finanza, si dovrebbero abolire la giunta e il consiglio regionali con il passaggio delle competenze regionali alle province. Il diritto all'insegnamento nella propria madrelingua resterebbe fondamentale, ma ogni gruppo linguistico potrà decidere la modalità dell'apprendimento della seconda lingua. Oltre ad avere il patentino, chi vorrà prestare servizio negli enti pubblici dovrà superare una prova linguistica che accerti il grado di effettivo bilinguismo.

Anche se non lo dice, Theiner in realtà propone un nuovo statuto di autonomia che riduce al minimo i rapporti con Roma. Egli va insomma oltre l'idea di autonomia dinamica di Durnwalder.

I partiti italiani hanno ovviamente molte riserve e nella sostanza respingono le proposte di Theiner. Lo stesso Pd, che è favorevole a un' autonomia più forte, non è d'accordo sull'istituzione di una polizia locale e giudica prematura l'abolizione della Regione.

Il tema della successione è però oscurato dai grandi festeggiamenti per Durnwalder che compie settant'anni. Scrive Riccardo Valletti: «L'intero Land lo onora, vuole stringergli la mano, portargli un regalino, e magari fare un brindisi con lui. Dall'alba al tramonto. E c'è chi, ieri mattina, ancora con il buio, si è messo in coda sotto Palazzo Widmann. È il popolo di Durni. Che lo adora e lo vorrebbe in sella per l'eternità» (Alto Adige, 23 settembre). Schützen, bande, rappresentanze delle associazioni cardine del volontariato, l'associazione italiana di educazione permanente Upad sono partecipi attivi della festa che culmina a Castel Tirolo con la partecipazione di 700 invitati tra i quali Dellai, il presidente del Trentino, e Günther Platter, il capitano del Tirolo. Un vero trionfo.

La Lub intitola la sua biblioteca a Durnwalder volendo sottolineare il ruolo del presidente nella fondazione dell'università. In questo caso, come osserva anche il quotidiano Dolomiten, si è ecceduto.

I partiti "italiani" risentono della crisi politica nazionale che rende ancor più problematici i rapporti con Roma, loro naturale punto di riferimento. Nonostante le sue divisioni interne il Partito democratico è in grado di contare di più perché partecipa al governo provinciale e ha i sindaci di Bolzano e di Laives. Il Pdl che già soffre per i contrasti tra l'ala di Michaela Biancofiore e quella di Holzmann subisce un duro colpo per l'adesione del consigliere provinciale Urzì alla formazione di Fini. Il partito dovrebbe avviarsi al congresso, ma le vicende nazionali provocano il suo rinvio.

I Verdi seguono una doppia linea, sono in giunta a Bolzano e a Bressanone, ma svolgono una severa opposizione in consiglio provinciale. L'Udc cambia guida in un congresso che sconfigge nettamente la vecchia dirigenza. Il giovane Angelo Gennaccaro dovrebbe dare un indirizzo nuovo al partito, rendendolo capace di partecipare al governo cittadino, almeno nel prossimo periodo amministrativo.

Marginali sono naturalmente i contributi politici delle formazioni frammentarie.

 

Il nuovo anno scolastico suscita molto interesse e presenta forme inedite di partecipazione.

Si va verso la riforma con adattamenti alla situazione locale. Nelle scuole italiane e in quelle tedesche assume maggiore importanza l'insegnamento linguistico. Certamente restano le riserve riguardanti l'esclusività prioritaria della madrelingua ma si comprende anche nelle scuole tedesche che bisogna migliorare radicalmente l'insegnamento della seconda lingua. Nelle scuole italiane cresce la domanda di sezioni con insegnamento veicolare plurilingue. Riferisce Alan Conti sull'Alto Adige (1° settembre): «a pochi giorni dalla prima campanella è la dirigente dell'Istituto Comprensivo Bolzano V Mirca Passarella ad annunciare una delle novità più importanti del nuovo anno scolastico: l'avvio della prima sezione plurilingue in una scuola media italiana. Alle "Foscolo" si gioca infatti la scommessa più stuzzicante alla voce "didattica" con la sperimentazione che, per la prima volta, salta la staccionata del recinto delle primarie. 'Il lavoro di preparazione e pianificazione'- precisa la dirigente, 'è cominciato da mesi e la scelta di dedicare la metà del monte orario ad insegnamenti in tedesco o inglese è sicuramente l'elemento più significativo'». La prima media plurilingue è il proseguimento della sperimentazione delle scuole "Manzoni".

All'inaugurazione dell'anno scolastico l'assessore Christian Tommasini dice che il plurilinguismo è un aspetto centrale del suo mandato. Si cercherà di estendere il percorso pure alle superiori.

Due episodi mostrano quanto sia attiva la partecipazione delle componenti scolastiche. Il trasferimento della scuola media "Aufschnaiter" in un altro edificio suscita reazioni vivaci con partecipazione di genitori e docenti. Pure è al centro di dibattiti la proposta dell'assessora provinciale Kasslatter Mur di unificare gli orari settimanali delle lezioni in tutte le scuole della provincia, introducendo la settimana corta, con il sabato libero. Il settimanale FF del 1° dicembre mette in evidenza la forza addirittura passionale dei contrasti sulla sua copertina. "Klassen Kampf" è il titolo di un'inchiesta sulle ragioni di una divergenza che è diventata una guerra di religione. Forse siamo giunti alla rivendicazione dell'autonomia della scuola nei confronti del potere politico.