IL CRISTALLO, 2012 LIV 1 [stampa]

ANTONELLA RONZULLI, Attimi (il puzzle della vita),
Lettere Animate, 2012, pp.108

recensione di ENRICO MARCO CIPOLLINI

Non si sarebbe mai sognata di scrivere, ci dice la poetessa di Novi Ligure, in una paginetta ma intensa dal titolo Semplicemente, che funge da introduzione, ma un accadimento (la vita non è forse una serie di eventi al di là del nostro volere?) le sconvolge la vita e scopre come raccontarsi, in lirica per l'appunto. La poesia diviene sua insostituibile compagna per riuscire a rimediare i "graffi dell'anima", riscopre in tutta la sua quintessenza l'essere in primis donna, l'amicizia, l'amore, la famiglia a cui, per inciso, il libro è dedicato, con il suo apporto fondamentale, il suo sostegno a momenti di disperazione, di vedersi attaccata ed umiliata il corpo da un male che tutti temiamo e abbiamo terrore anche di pronunciare. Una lotta che rimette in discussione tutto, tra dolore e speranza, voglia di abbandonarsi e desiderio di farcela. Ma oltre c'è la vita e con essa un nuovo modo di vederla. Non a caso cita una frase di Nietzsche, il grande quanto inquieto e sfortunato pensatore tedesco: «La vita è fatta di rarissimi momenti di intensità e di numerosi intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli». Antonella, nel suo libro pregno di forza evocativa, di tappe della sua vita scandite con dignità e con amorevole comprensione del milieu che la circonda, la fascia, non si limita a perseguire la superficie, a vivere da pantofolaia dello spirito gli intervalli ma ad andare oltre, a vivere come un continuum l'intensità. Ci vuol coraggio ma Antonella lo ha dimostrato e lo dimostra. Cerca oltre gli enti, l'essere, direbbe Heidegger.

Da qui si può capire come ella rifiuti di essere considerata una poetessa, ride, è autoironica sebbene le sue poesie piacciano. Ora la sua ricerca è la rivalutazione dei valori indelebili: quelle «essenze», come lei le chiama, che ha ri-scoperto sotto una luce nuova (e le ritroviamo nella sezione Briciole di Haiku) dove il silenzio è tema centrale, conduttore. In tal mare magnum ci auscultiamo, auscultiamo il nostro essere, le nostre possibilità («io rinasco», scrive con estrema sincerità). Certo, rinasce a nuova vita non solo perché ha combattuto con il Nemico invisibile («dolore nella carne / occhi senza lacrime / urla dal cuore / eppoi quell'urlo munchiano: perché?», tratta dalla poesia omonima, p. 61).

Quel «perché?» mi suona nella mente, nell'animo, rimbomba, ti fa rimeditare sul senso del vivere, ti sconvolge ogni certezza filosofica o che ritenevi tale. È un urlo di un esser umano che denuncia l'esistenza così crudele ed espressivamente grida la disperazione, l'enigma del vivere, il destino beffardo - Meriterebbe una esegesi più approfondita che ci porterebbe anche alle radici del nihil… È lo stesso "perché? " che si chiedeva Dostoievskij dinanzi alla morte, al dolore dei bambini… gli animi nobili, belli, si incontrano nella giostra della vita. Non possiamo tacere Assassino d'innocenti, Soli, l'incontro con la morte in Angelo nero e - perché no? - Semplicemente.

Cara Antonella, tra i tanti "versaioli" che si dicono poeti, novelli Omero e Dante - e ce ne sono troppi, credimi - tu che dici di non essere poeta, paradossalmente lo sei. Potrei scrivere un saggio su molte delle tue liriche che mi pungolano con i tuoi interrogativi, le tue ansie, i tuoi timori, le gocce delle lacrime e la gioia di vivere… e non è detto che non lo faccia ma lascio al lettore che si gusti non solo della buona poesia ma rifletta. Hai vinto non solo il tuo male ma hai scoperto, sulla tua carne viva ed inciso nell'anima tra dolore e illusioni, che c'è una realtà che va oltre l'oggetto: l'essenza dell'essere! I graffi inferti li porterai addosso ma da buon Odisseo, tali viaggi anche se non voluti, ti fanno saltare nietzschanamente "gli intervalli" e vivere la vita in tutta se stessa, il suo senso "sacrale". De hoc satis!

Un Ciao sentito, Antonella, aspettando una tua ulteriore prova sempre soddisfacente.