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LIBRI

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Le ragazze di Barbiana

di Sandra Passerotti

 

Firenze, Edizioni Libreria Editrice Fiorentina, 2019, p. 160

Abbiamo conosciuto Sandra Passerotti a giugno 2018, a Barbiana, in visita alla scuola di don Milani. Aveva appena scritto e pubblicato Non bestemmiare il tempo: l’ultimo insegnamento di don Milani. Poi subito divenuto un piccolo caso editoriale, già tradotto in francese e distribuito oltralpe. L'eco s’è smorzata appena, che già viene pubblicato il suo secondo libro Le ragazze di Barbiana.

Racconta le protagoniste femminili dell’insegnamento del Priore, colmando un vuoto letterario e storiografico, contribuendo a completare l'analisi e la narrazione della rivoluzione culturale-didattica-pedagogica avviata da don Lorenzo Milani in quella sperduta parrocchia dell'alto Mugello Toscano, ove grande era la considerazione per l’educazione delle bambine, contrariamente alla mentalità dominante all’epoca secondo la quale far studiare le femmine soprattutto le figlie di contadini era considerato poco meno che inutile. Non solo il Priore aprì alla componente femminile nella parrocchia e nella scuola ma organizzò un viaggio in Inghilterra per due ragazze, incredibile per l’epoca, la Carla Carotti e un’altra adolescente. Fu un fatto rivoluzionario. Come sovversiva era la sua idea di dare alle femmine istruzione e capacità artigianali per sottrarle al destino di doversi sposare e farsi mantenere.

"Voglio educarle in tutti i modi per farne delle figliole intelligenti, furbe, sveglie, capaci di difendersi, di guadagnarsi il pane, di mandare avanti la famiglia eccetera...”. Sono le inedite righe autografe sulla vicenda di Eugenia Pravettoni, oggi anziana signora che vive a Calenzano, allora una giovane operaia tessile di Rho, nel milanese, dove aveva conosciuto Maresco Ballini già allievo di don Lorenzo a Calenzano, poi entrato nella Cisl e arrivato a Milano come sindacalista del tessile. Era il 1959 quando chiesero a don Milani di potersi sposare a Barbiana. Il priore desiderò che Eugenia tornasse anche in agosto durante le ferie, per tenere un corso di taglio e cucito alle bambine. Il 23 luglio don Lorenzo le scrive per le cose organizzative dei corsi, soffermandosi anche sul senso dell'iniziativa. “Tu sai che il mio scopo principale è di fare la scuola per le bambine piccole e queste sono 6 o 7. Io penso soprattutto a loro perché l’anno prossimo avranno l’Avviamento come ho fatto coi ragazzi…”.

Il libro di Sandra Passerotti raccoglie questa, e alcune altre testimonianze di donne che, negli anni ’50 e ’60, hanno avuto don Milani come maestro, sia a Calenzano, dove da giovane viceparroco aprì la prima scuola popolare, che a Barbiana. Non è mai stato rimarcato abbastanza quanto don Milani avesse a cuore l’educazione dell’universo femminile: “domenica l’Eugenia ha cominciato la scuola di taglio con undici allieve tra grandi e piccine, compresa l’Eda che con mia grande soddisfazione è finalmente seduta al tavolo col lapis in mano” (Lettere alla madre 1943-1967). Le testimonianze hanno il pregio di mostrare un punto di vista al femminile, di rivedere Barbiana con occhi di donna. Così compare quel mondo di contadine e montanare che non accedevano alla scuola (mentre ai fratelli era possibile) in un’epoca in cui era netta la separatezza tra ambiente maschile e femminile nelle scuole come nella parrocchie, nelle Associazioni come nelle Istituzioni. Tra il periodo di Calenzano e quello successivo di Barbiana, tra le donne e le bambine figurava la Pravettoni Ballini incaricata da don Milani a coordinare la scuola di sartoria.

A gennaio 2018 l’autrice ritorna a Barbiana per il funerale di Michele Gesualdi (tra i primi allievi della scuola) e riconosce Fiorella Tagliaferri. Successivamente s’incontreranno e da quei dialoghi scaturirà l’idea del libro che è strutturato in nove capitoli, ricompresi nei due importanti periodi di insegnamento di don Milani: 1947-54 a Calenzano, 1955-67 a Barbiana. Negli ultimi capitoli l’indagine dell’autrice si estende al contesto italiano dell’epoca comparando l’esperienza di Barbiana con scuole elementari di diverse regioni italiane nel periodo dagli anni ’50 alla Riforma della Scuola Media del 1962.

                 

                   di Gianni Penazzi e Saturno Foschini

 

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