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La porta sull'estate

di Robert A. Heinlein

 

Milano, Urania, 2020

Finalmente pubblicato in versione italiana, questo romanzo del 1956 di un grande autore della cosiddetta "Hard Science Fiction", ossia della "fantascienza" (ma il lemma italiano che contamina il fantastico con la scienza non rende l'originale inglese che contempla invece la "narrazione scientifica", volendo "il racconto sulla scienza") cosiddetta "dura", come anche in italiano si designano le scienze esatte almeno per approssimazione continuiamo a chiamarle così, nonostante che Prigogyne, Stengers e altri abbiano messo in dubbio la "verità" o almeno la "verità assoluta" di tali scienze). Insignito con premi Hugo e con una pletora di premi d'altro tipo, rende ragione della problematica di questo autore, di formazione scientifica (ingegnere aeronautico), nato a Butler nel Missouri nel 1907, di origini germaniche, scomparso in California, che nelle sue opere esprime la sua "fede" nella scienza, senza però nasconderne i pericoli, nel caso la scienza venga manipolata e/o piegata a scopi politici mai chiaramente espressi, certo reconditi ma non meno chiari, nelle intenzioni di chi si propone di realizzarli.

Qui il tema è quello di un ingegnere made in the USA, che (come l'autore) aveva prestato servizio nella marina militare, che poi si propone, con successo, come inventore (nel romanzo si parla più di robotica che di informatica, peraltro) e che, per amore di una donna e per fiducia nell'amicizia di un (presunto) amico, si ritrova invece in una condizione particolare: da "crioconservato" per forza (era già convinto di sottoporsi al "sonno freddo", risvegliandosi 30 anni dopo, nella fattispecie nel Duemila.

Tuttavia i due amici-soci lo obbligano a questa scelta, fra l'altro riducendola in una condizione finanziaria che rasenta la bancarotta. Il protagonista saprà "giostrare" i suoi movimenti o meglio i suoi spostamenti nel tempo, senza esitare, arrivando ad una conclusione, very american style, che volgarmente definiremmo "happy end". Individua la vera donna della sua vita e realizza in pieno i suoi progetti scientifici e di vita, con positive ricadute economiche.

Ispirata palesemente a When the Sleeper Wakes (Quando il dormiente si sveglierà), racconto di H. G. Wells scritto e pubblicato dapprima dal 1898 al 1899 a puntate, poi come romanzo unitario nel 1910, l'opera di Heinlein non ha però l'ampiezza epico-politica dell'opera di Wells. Si concentra piuttosto, a parte i rilievi scientifici che interessano anche in particolare chi si occupa di scienza e di tecnologia, sulla componente psicologica e "lirica", per riprendere una definizione dell'estetica romantica, ovvero sulla soggettività e sull'individualità del protagonista Daniel Boone Davis, lo scienziato "truffato" e vilipeso, per non dire, dostoevskijanamente "umiliato e offeso"...

Il tema dei viaggi nel tempo, che per esempio in Stephen King ha avuto applicazioni nel campo della storia controfattuale (a proposito dell'omicidio di John Fitzgerald Kennedy in 22.11.63 (11.22.63 nell'originale inglese) e con esiti forse contrastanti ma interessanti, nell'opera di Heinlein raggiunge punte di notevole interesse, in particolare quando accenna al décalage tra le varie epoche storiche del ventesimo secolo, fino all'approdo, nel 2000, che nell'autore non ha alcuna risonanza di tipo apocalittico, ma viene concepito come un futuro complessivamente positivo senza essere in alcun modo "perfetto" ma, al contrario, ancora decisamente "perfettibile".

La porta sull'estate è un'opera che si colloca tra le più significative dell'autore di Double Star (Stella doppia), anch'essa del 1956, di Starship Troopers (Fanteria dello spazio, 1959), di The Moon is a Harsh Mistress ( luna è una severa maestra, 1966), mostrando come la letteratura "fantastica", a suo tempo molto ben studiata da Tvetan Todorov, possa offrire spunti di riflessione che vanno ben oltre il mero "divertimento", ammesso che si sappia definire che cosa si intenda con questo termine.

                                    di Eugen Galasso

        

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