home la rivista IL CRISTALLO newsletter RECENSIONI Chi siamo contatti newsletter
 

LIBRI

  torna all'elenco delle recensioni       

L’uccellino azzurro
Il fidanzamento

di Maurice Maeterlink
traduzione e cura di Annamaria Martinolli

Spoleto (Pg), Editoria & Spettacolo, 2020, pp. 213


«La produzione dell’Uccellino azzurro deve essere concepita con la fantasia pura di un bambino di dieci anni. Deve essere ingenua, semplice, luminosa, piena di gioia di vivere, allegra e immaginativa come il sogno di un bambino e allo stesso tempo maestosa come l’ideale di un genio poetico e pensatore». Così scriveva Konstantin Stanislavskij nel 1908 in occasione del suo allestimento al Teatro d’Arte di Mosca della commedia di Maurice Maeterlinck, pubblicata nello stesso anno.
Quella del celebre regista russo è una delle tante interpretazioni che hanno accompagnato la fortuna scenica e cinematografica di un testo dall’andamento fantastico, onirico, altamente simbolico e imbevuto di elementi magici.

I protagonisti della commedia sono due poveri bambini, Tyltyl e Mytil, fratello e sorella. In una notte, nella loro camera da letto, ricevono la visita della fata Berylune che li coinvolge nella ricerca dell’uccellino azzurro della felicità, il solo capace di guarire la sua nipotina da una grave malattia. Inizia il viaggio in un mondo fantastico durante il quale i due fratelli entrano in contatto anche i loro nonni morti da tempo e il loro fratellino non ancora nato; con loro agiscono la Luce, il Fuoco, il Pane, lo Zucchero, il Cane, il Gatto. Il ritrovamento del misterioso volatile, che si rivelerà un animale comune, permetterà di capire il senso della felicità interiore e spirituale e ci fare luce sugli aspetti positivi e negativi della vita.

Riletto oggi, L’uccellino azzurro rimane un’opera aperta in cui si possono «trovare rispecchiate le proprie convinzioni, immergersi in un mondo di fantasia e uscirne più sereno, vedere riflesse le proprie paure e magari superarle, e, soprattutto, trovare una ragione per andare comunque avanti». È quanto sostiene, e non a torto, Annamaria Martinolli nell’Introduzione a questo prezioso volume edito da Editoria & Spettacolo e assai pregevole per impostazione culturale e informativa: oltre a presentare una traduzione aggiornata de L’uccellino azzurro propone al lettore Il fidanzamento, commedia che rivede e innova quella precedente, tradotta per la prima volta in lingua italiana. Inoltre il libro è corredato da un ricco apparato critico dedicato alle due opere in questione e dall’Appendice in cui prova posto il saggio Sulla morte di un cagnolino dello stesso Maeterlink, in cui analizza il rapporto tra l’uomo, gli animali e la natura.

Tra le tante interpretazioni rivolte alla drammaturgia dello scrittore belga, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura edizione 1911, colpisce quella di Émile Fagnet del 1911: «Il teatro di Maeterlick è misterioso e singolare. I personaggi sembrano usciti dal mondo dei sogni. Si esprimono con parole sibilline, su un palcoscenico avvolto dalle nuvole, in una scenografia crepuscolare, Oppure, come li vedo io, sono anime infantili in corpi da adulti, ed esprimono pensieri appena abbozzati nel balbettio di parole vaghe».
 

                                di Massimo Bertoldi

 

  torna all'elenco delle recensioni