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Occupato “ex Monopolio” in via Dante-Str. 6 besetzt
40 anni dopo - 40 Jahre danach

a cura di Dominikus Andergassen, Paolo Crazy Carnevale, Martin Hanni

Bolzano, Edizioni alphabeta Verlag, 2019, pp. 171.

Il Monopolio. Una parola che a Bolzano ha assunto, dal 1979, un significato nuovo e un po’ diverso dall’accezione di mercato. O forse no: la vicenda dimostra che il monopolio esisteva. Di cultura (ufficiale), di opinioni. Chi solo marginalmente ha vissuto quegli avvenimenti, è stato comunque influenzato dall’atmosfera di fermento, dove cose strane e nuove parevano condensarsi e poter accadere. Il libro ha tre curatori, ovviamente trasversali alle lingue del Sudtirolo, e ripropone il volume-dossier presentato da alcuni protagonisti un anno dopo gli eventi, con disegni, volantini, articoli di giornale, frammenti diaristici, che costituiscono un documento fondamentale di quei giorni. La nuova edizione è arricchita da testimonianze attuali di persone che hanno partecipato a quell’esperimento o ne sono state influenzate: brevi pezzi, ciascuno con una parte di verità, con un suo stile.

Tutto si è svolto nell’arco di 30 giorni, dal 6 ottobre al 5 novembre 1979, in via Dante, a Bolzano. Lì, esattamente sull’area dell’attuale Museion, sorgeva, dalla fine dell’Ottocento, un magazzino di frutta, detto “Tschugguel-Haus”, in seguito acquisito dai Monopoli di Stato, un’azienda autonoma, collegata al ministero dell’economia, che si occupava del monopolio della produzione, importazione e vendita di sali e tabacchi. Ecco spiegato il nome. Il complesso degli edifici consisteva in un ampio magazzino e costruzioni di servizio che lo univano ad una palazzina residenziale, con loggia e balconi. Davanti a questo complesso, cedri enormi ombreggiavano quello che dopo la chiusura da parte dell’azienda statale era diventato un verde incolto.

Ben 24 associazioni culturali che si potrebbero definire progressiste lo avevano adocchiato, per fare teatro, cultura, incontri, unendosi nelle richieste, ma il comune di Bolzano, che aveva in affitto l’immobile abbandonato, non lo concedeva. In città allora mancavano spazi per questi fini, salvo alcuni edifici riservati tuttavia alla cultura ufficiale. Così il 6 ottobre, nel tardo pomeriggio, un folto gruppo di attivisti occupò quei luoghi, dandosi subito da fare per renderli nuovamente funzionali a una vita: culturale, di incontro e di progettazione, ma anche per mangiare, dormire, fare prove teatrali. La grande novità per Bolzano e per tutto l’Alto Adige o Südtirol era vedere italiani, tedeschi, ladini, giovani, adulti, anziani, studenti, impiegati, artisti, barboni (i precedenti occupanti) operare e progettare insieme, nei loro valori umani e non come esponenti di un gruppo “etnico” o con altre etichette.

Tutto questo esperimento si sviluppò con forza e successo e durò finché all’alba del 5 novembre la sveglia fu data dalle forze dell’ordine che provvidero a sgomberare gli edifici e immediatamente dopo, a demolirli per evitare ulteriori azioni. Fine – violenta – della storia e inizio del mito del Monopolio. Che con questa nuova edizione mantiene la memoria e testimonia anche oggi, dove ci sono le “sardine” che occupano le piazze, che si può e si deve proporre una diversa visione delle cose rispetto a quella generale, dominante. Andare controcorrente è un’azione rivoluzionaria e fortemente culturale e l’esperienza del Monopolio, breve, ma davvero intensa, proprio perché soffocata tra le polveri delle macerie materiali rimane in modo più nitido e puro a fare da esempio, a mostrare alle persone la strada anche oggi, perché i temi sono in fondo ancora gli stessi.

 

                                 di Maurizio Pacchiani

 

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