home la rivista IL CRISTALLO newsletter RECENSIONI Chi siamo contatti newsletter
 

LIBRI

  torna all'elenco delle recensioni       

Dacci oggi il nostro desiderio quotidiano

di Roberto Alonge

 

Bari, edizioni di pagina, 2021, pp. 297

Dacci oggi il nostro desiderio quotidiano: alla base del titolo, accattivante e velatamente misterioso, si riconosce il percorso analitico tracciato da Alonge: indagare i «desideri dell’uomo e i desideri della donna, sullo sfondo di un antagonismo fra i due sessi», sviluppando sorprendenti percorsi che si snodano lungo il teatro, la pittura, il cinema, la letteratura.

L’antagonismo in questione segue traiettorie millenarie tanto da essere vero e proprio «Scontro di civiltà», come recita il primo capitolo del libro, in cui lo studioso ripercorre le trasformazioni della società patriarcale, da quella greca dove «per l’uomo il matrimonio è un affare sostanzialmente sociale, non ha rapporto con il desiderio» come emerge da Medea euripidea o da Oreste di Eschilo, a quella moderna, passando attraverso Shakespeare (rilevanti le pagine dedicate a Amleto) e l’eversione libertina del Settecento francese di matrice aristocratica. Assai poco frivola, perché sopraffatta dall’etica del lavoro, la borghesia ottocentesca acuisce la lotta tra i sessi, in seno alla quale si animano le prime ribellioni protofemministe. In merito Alonge schiera di ring della contesa emblematiche figure tratte da Ibsen, Strindberg, D’Annunzio, cui affianca l’erotismo ribelle delle donne di Klimt e, sull’onda del ’68, Ultimo tango a Parigi di Bertolucci.

Da questo quadro d’insieme si diramano prospettive tematiche in corrispondenza delle molteplici espressioni del desiderio sessuale, che definiscono il susseguirsi delle pratiche e delle concezioni proprie delle varie epoche storiche.

La rassegna si apre con il desiderio di maternità inteso come realizzazione di sé a scapito o in contrapposizione alle pulsioni erotiche, e trova fonti significative nella pittura (Klimt e de Hooch), nei testi teatrali (segnatamente gli ibseniani Spettri e Pirandello) e nel cinema (Bergman). Ancora la pittura (Hammershøi, van Hoogstraten), la drammaturgia pirandelliana, il romanzo Belle de jour di Kessel e la successiva trasposizione cinematografica di Buñuel, L’immagine allo specchio di Bergman e Eyes wide shut di Kubrick dalla novella Doppio sogno di Schnitzler, conducono il letture nel labirinto in cui si agitano figure femminili frustrate dal desiderio sessuale inappagato per via di indelebili condizionamenti sociali, in primis la sottomissione al dispotismo maschile.

Si prosegue con un altro aspetto fondamentale: «Il desiderio triangolare», titolo del quarto capitolo del libro di Alonge, raccontato attraverso l’analisi minuziosa di splendide scene del molieriano Tartufo ovvero L’Impostore, de La moglie di campagna di Wycherley, dal romanzo breve L’eterno marito di Dostoevskij, includendo, tra l’altro, Una casa di bambola di Ibsen e il pirandelliano Il giuoco delle parti.

I due capitoli conclusivi - «Il fascino discreto della pedofilia» e «Il mostro dell’incesto» -, oltre ad alzare il sipario su situazioni prevedibilmente scabrose, convergono l’uno nell’altro in quanto condividono la paura dell’uomo verso la donna adulta, esorcizzata con «il vagheggiamento delirante dell’eterna giovinezza, pratica atavica del maschio che rapina o razzia».

Uno dei tanti pregi di questo libro di Alonge - studioso raffinato e erudito - è l’adozione di una vasta gamma di materiali assemblati e raccontati in modo interattivo e sottoposti a sofisticate analisi, dalle quali emergono particolari fondamentali e sfumature testuali altrimenti nascoste dal flusso narrativo. Adottando la lente d’ingrandimento, nella sua funzione esploratrice, si svelano, in questo modo, inediti e appassionanti scenari interpretativi necessari per capire la declinazione dei desideri nell’uomo contemporaneo e nel suo percorso storico.

 

                              di Massimo Bertoldi

  torna all'elenco delle recensioni