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SPETTACOLI E MOSTRE

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Into the light

 

regia Scott Graham & Krista Vuori
disegno luci: Andy Purves
con Matteo Celiento e Rocco Ventura del Teatro la Ribalta, Raúl Márquez ed Helliot Baeza di Danza Mobile Sevilla, Andrew Tadd, Justin Melluish, Laura Tilley, Marega Palser, Morgan Thomas di Hijinx Cardiff

Produzione Teatro La Ribalta & Hijinx (UK)
In collaborazione con Frantic Assembly di Londra

 

Con Into the light, spettacolo presentato in prima nazionale al Teatro Comunale di Gries di Bolzano dopo il debutto allo Sherman Theatre di Cardiff cui è seguita una lunga tournée in Inghilterra, la compagnia Teatro la Ribalta diretta da Antonio Viganò aggiunge al proprio ricco repertorio un altro gioiello artistico e, soprattutto, si rafforza a livello internazionale per effetto di un’azione culturale di grande respiro. Il progetto in questione è infatti il frutto di un’attività di ricerca condivisa con Hijinx e The Sherman Theatre di Cardiff, Danza Mobile di Siviglia, Frantic Assembly di Londra.

Compete al fondatore di quest’ultima compagnia, il coreografo Scott Grahm coadiuvato dalla finlandese Scott Graham, la regia di Into the light, che prevede la partecipazione di interpreti in rappresentanza delle citate strutture coinvolte, selezionati attraverso incontri e attività laboratoriali.

La drammaturgia scenica segue i dettami del cosiddetto “physical teatre”, basato su una mirabile fusione di teatro, danza e variegate soluzioni performative che accordano al corpo dell’attore la centralità del codice espressivo unitamente a un’altra componente altrettanto connotativa: l’uso della luce come allude lo stesso titolo dello spettacolo. Si tratta principalmente di strutture rettangolari mobili a grandezza d’uomo che ora incorniciano i personaggi ora diventano quinte scenografiche. Illuminano un palcoscenico-mondo vuoto e disadorno, metafora della condizione esistenziali di questi “attori-di-versi”.

In questa sorta di incontro-scontro con la luce gli attori raccontano se stessi, parafrasano il desiderio di essere “visti” e riconosciuti dal mondo. Emergono dall’oscurità interrotta da luci deboli e fiocche, si propongono come corpi visibili che si cercano, si respingono e si attirano, proponendo la rappresentazione allusiva di comuni scene quotidiane. In certi momenti il palco si presenta a luce viva: è il segno di una momentanea e significativa riappropriazione di sé nella realtà.

I movimenti degli attori sono plastici e simbolici, essenziali nella loro geometrica precisione soprattutto nello sviluppo delle azioni corali. L’interazione anima una sottile rete di sguardi di intesa, complicità e smarrimento. Si muove una sequenza di quadri scenici di delicata poesia umana filtrata nel linguaggio dell’arte e sempre sostenuti dalla colonna sonora, altra componente fondamentale di Into the light, che con i ritmi pulsanti del rock elettronico e le atmosfere pacate della musica ambient impreziosisce un racconto visivo capace di trasmettere forti emozioni all’interno del quale trova spazio anche il linguaggio verbale. Sono brevi monologhi in cui gli attori esprimono in forma frammentaria sogni e desideri.

                                

                                             di Massimo Bertoldi

 

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