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SPETTACOLI E MOSTRE

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Bianca & Neve

di Antonio Viganò

 

con Maria Magdolna Johannes e Jason De Majo
scene e regia Antonio Viganò
collaborazione artistica Paola Guerra
costumi Roberto Banci
assistente alla regia Mirenia Lonardi

Produzione Teatro la Ribalta – Kunst der Vielfalt

 

In Bianca & Neve di Antonio Viganò il celebre personaggio della favola dei fratelli Grimm evocato nel titolo dello spettacolo assomiglia ad un fantasma tanto amichevole e garbato quanto pericoloso e assillante per il suo gioco altalenante di assenza e di presenza nell’immaginario dei due protagonisti, la Regina e lo Specchio. Nella ripresa di questo fortunato testo scritto nove anni fa, tradotto e rappresentato in tedesco, francese e in inglese (figura anche in una precedente edizione del prestigioso Edinburgh Festival). Inoltre ha ottenuto menzione speciale della giuria del Premio ETI Stregagatto.

Nella rielaborazione testuale la drammaturgia di Viganò sviluppa una poetica di forti valenze simboliche per animare l’incontro/scontro tra la Regina, come da protocollo narrativo convinta e ostinata a essere considerata “la più bella del reame”, e lo Specchio obbligato per sua natura a riflettere l’altro, a “ripetere sempre quello che fanno gli altri”. In lui si sostanzia una reazione di ribellione e di ricerca di libertà, quando il buio della notte lo emancipa dal suo compito primario. Il desiderio è quello di avvicinarsi a Biancaneve che nello spettacolo è un busto coperto da un panno e circondato da luci che si accendono e si spengono secondo il movimento di vicinanza/lontananza di Specchio stesso.

Fedele alla forza del linguaggio del corpo, la regia di Viganò declina il testo nelle pieghe espressive di due convincenti attori con varie abilità della compagnia Teatro la Ribalta. Jason De Majo e Maria Magdolna Johannes, oltre a esibire una grande intesa umana e artistica, si dimostrano appropriati nella resa del clima fiabesco che domina la concatenazione di azioni non sempre aderenti al tessuto narrativo originario del testo. Al linguaggio prosaico, costruito su battute essenziali e incisive, corrisponde un ampio ventaglio di espressioni linguistiche del corpo: si susseguono gesti ripetitivi di effetto rituale oppure di significato intimo e spirituale, che rinviano a un processo di delicata interiorizzazione degli stessi atteggiamenti, soprattutto quando si manifestano segni di tensioni e gelosie tra i due personaggi.

A garantire intensità e continuità allo spettacolo concorrono anche le musiche di rock psichedelico anni Sessanta (Nico, Buffalo Springfield, ecc), a sostegno dei ritmi di una messinscena caratterizzata dalla vivacità del movimento fisico e mentale in uno spazio scenico molto limitato per via della presenza ravvicinata delle due tribune occupate dagli spettatori che nel corso di Bianca & Neve rivivono sane e emozioni infantili.

 

                               di Massimo Bertoldi

 

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